Diocesi: mons. Alfano (Sorrento-Castellammare di Stabia), “rimbocchiamoci le maniche, da veri artigiani di speranza”

(Foto diocesi d Sorrento-Castellammare di Stabia)

“La sosta della processione di S. Catello nella Fincantieri è ogni anno attesa da tutti. Questo infatti è un luogo simbolo della nostra città. Qui il sudore e la fatica si trasformano in creazione. Qui il mare incontra il coraggio degli uomini. Questo è il cuore di Castellammare, un cuore che pulsa tra il rumore delle macchine e il silenzio delle attese, tra il peso delle incertezze e la forza della speranza”. Lo ha sottolineato, ieri, mons. Francesco Alfano, arcivescovo di Sorrento-Castellammare di Stabia, in occasione della festa di San Catello, compatrono dell’arcidiocesi e patrono di Castellammare di Stabia, durante la sosta alla Fincantieri, lungo la processione della statua del santo per le vie della città.
“La statua del nostro patrono in questo luogo non risponde però solo ai ritmi di una tradizione consolidata nel tempo – ha osservato il presule –. Noi credenti vi vediamo un segno vivo della presenza di Dio Padre, che non dimentica i figli di questa terra. Vorrei dire una parola al cuore della città, una parola che nasce dalla fede e dalla certezza che, anche nei momenti più bui, la speranza non viene mai meno”.
Mettendo in guardia dalla “rassegnazione”, “un veleno pericolosissimo”, e richiamando il Giubileo della speranza, l’arcivescovo ha affermato: “Dio cammina con noi: ecco il segreto della nostra speranza. Il futuro è nelle Sue mani, perché Lui non ci abbandona mai. Ma affida alle nostre scelte la capacità di rialzarci e di lottare per il bene”.
Ai lavoratori mons. Alfano ha detto: “Non fatevi mai rubare la vostra dignità. Il lavoro non può in nessun caso diventare una promessa tradita. Difendere il lavoro significa difendere la vita stessa della città, la sua anima, il suo futuro. Il Cantiere nel quale ci troviamo ci ricorda che mentre si costruiscono navi ancor più si permette alle persone, alle famiglie, alla città di preparare un futuro migliore”.
Ai giovani: “Non fatevi mai rubare i vostri sogni. So bene che la sfiducia porta tante volte a concludere: ‘qui non c’è futuro’. Non dimenticate però, amici carissimi: il futuro siete voi! Costruite il vostro domani con coraggio, con passione, con intelligenza. Vi siamo vicini, con le parole e con i fatti. Ci impegna solennemente la nostra coscienza di cittadini e, per tanti di noi, di cristiani. Sentite la Chiesa come vostra casa, pronta a camminare con voi”.
A tutta la città: “Non possiamo aspettare che le cose cambino da sole. Dobbiamo essere noi a rimboccarci le maniche, da veri artigiani di speranza. Costruiamo ponti che ci facciano uscire dalla solitudine e dall’indifferenza. Facciamoci difensori di chi non ha voce. La nostra bella e amata città di Castellammare risorgerà a una condizione: che ciascuno di noi, nessuno escluso, si senta coinvolto in questa opera di ricostruzione. Sì, occorre che riscopriamo l’importanza e la necessità della partecipazione. Il presule ha concluso: “Città di Castellammare, non arrenderti mai, riscopri il tuo valore e la tua bellezza, diventa un faro di speranza per tutti i tuoi abitanti, specie per chi soffre ed è in affanno. San Catello: è lui che parla a tutti noi e ci esorta a continuare il cammino insieme. La sua parola giunge diritta al cuore della città perché torni a battere forte”.

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