Diocesi: Sora, parte un corso di formazione per sacerdoti

“Qual è dunque l’amministratore fedele e saggio che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?”. Questa parole di Gesù, tratte dal Vangelo di Luca, saranno il tema del Seminario di formazione per i presbiteri della diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo che si svolgerà il 9 e 10 settembre nella Basilica-Santuario di Canneto. In una lettera ai sacerdoti il vescovo, mons. Gerardo Antonazzo, cita le parole di papa Leone XIV: “E’ di questo che, tutti, noi per primi, abbiamo bisogno per vivere bene ed essere felici”, del Vangelo che è Gesù Cristo: “E’ necessario uno slancio rinnovato nell’annuncio e nella trasmissione della fede. Si tratta di porre Gesù Cristo al centro… In un tempo di grande frammentarietà è necessario tornare alle fondamenta della nostra fede, al kerygma. Questo è il primo grande impegno che motiva tutti gli altri: portare Cristo “nelle vene” dell’umanità (cfr Cost. ap. Humanae salutis, 3), rinnovando e condividendo la missione apostolica” . Come vescovo di questa diocesi “con voi fratello sui passi del Vangelo – scrive il presule –  chiamati a poggiare i nostri piedi sulle orme di Cristo, sento il dovere di coscienza di raccogliere e di attribuire un significato alto ed esigente alla priorità indicata dal Papa”. Pe mons. Antonazzo “la provocazione di Leone chiama in causa la nostra esemplarità di vita, e pone implicitamente la questione dei processi formativi permanenti, forme stabili di accompagnamento dei presbiteri in tutte le stagioni di vita, la cura e la cultura spirituale della nostra biografia interiore, la fedeltà all’amore della prima ora, il recupero delle scelte forti e rinunce coraggiose che, forse, nello scorrere del tempo possono essersi atrofizzate, impietosamente sclerotizzate”. Chi è impegnato direttamente nella pastorale vocazionale “può testimoniare – spiega mons. Antonazzo – come una delle ragioni della crisi risiede anche nel calo della nostra tensione vocazionale di presbiteri. Non riusciremo a contagiare adolescenti e giovani che gravitano nelle nostre comunità se non ci lasceremo attrarre ancora Noi per primi dall’amore di predilezione di Cristo , ridestati dalla sua voce suadente come da un torpore del cuore” invitando tutti “indistintamente”, a “condividere il progetto formativo programmato per i prossimi tempi”.

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