Un appello, senza precedenti per franchezza, in un Paese dove la libertà religiosa è precaria e spesso compressa, “fondamentalmente rivolto a coloro che hanno le responsabilità più alte nel prendere decisioni per il bene della nazione”. La Conferenza dei vescovi cattolici di Cuba (Cocc), nel messaggio giubilare “Pellegrini di speranza”, pubblicato ieri, in occasione della solennità della santissima Trinità, chiede di creare un clima “senza pressioni o condizionamenti interni ed esterni”, per portare avanti “i cambiamenti strutturali, sociali, economici e politici di cui Cuba ha bisogno”. Il messaggio fa un’analisi approfondita della realtà nazionale, sottolineando l’erosione della speranza tra i cubani e invitando a riflettere sulle questioni che riguardano la vita quotidiana, stabilendo un chiaro collegamento tra la fede cristiana e la necessità di trasformazione.
I vescovi denunciano la drammatica crisi economica in cui si trova il Paese: “Quando la quotidianità costringe alla ricerca affannosa dei beni primari, la prolungata mancanza di corrente elettrica compromette il riposo e paralizza lo studio e il lavoro; le famiglie si frammentano sempre più a causa della crescente emigrazione, e il disincanto e l’apatia si impadroniscono di tanti, oppressi dalla ripetizione di promesse che non si concretizzano mai… quando tutto questo invade la nostra anima, l’orizzonte della speranza si offusca e la tristezza si impadronisce dei nostri cuori”.
Il messaggio cita esplicitamente esplicitamente i poveri, gli anziani abbandonati, i senzatetto, coloro che cercano cibo nella spazzatura, i genitori angosciati per il futuro dei propri figli, le persone afflitte da dipendenze e coloro che “non sentono di poter esprimere liberamente le proprie convinzioni”. Proseguono i vescovi: “Senza speranza e senza gioia non c’è futuro per nessun popolo”. Quindi, un appello alla “collaborazione e alla responsabilità di tutti i figli di questa terra, senza esclusioni né risposte preconcette o ideologiche”, valorizzando la “diversità di punti di vista” come ricchezza per la patria. “Non abbiamo paura di intraprendere nuove strade!”, l’invito finale.