Maturità: mons. Parisi (Lamezia Terme) agli studenti, “non accontentatevi di un possesso delle cose, della realtà e della conoscenza ma di osare a muovervi”

“Ho pensato – con un ritorno attualizzante all’universalità dei classici – di recuperare, da un mio studio di qualche anno fa, il tema del viaggio interpretato da Ulisse nella rilettura del sommo poeta, Dante, che ancora oggi ci dà occasione di riflettere. Lo faccio, pensando a voi, nella consapevolezza che il vivere può essere rappresentato certamente come un viaggiare il cui percorso non è sempre semplice, scontato o sicuro. Tra le mille occasioni di conoscenza, non solo teoriche, ma soprattutto relazionali, si nascondono tante insidie che, come sirene assordanti, cercano di farci tuffare illusoriamente nei flutti agitati dell’esistenza”. Lo scrive a maturandi e maturande il vescovo di Lamezia Terme, mons. Serafino Parisi, alla vigilia degli Esami di Stato. A tale proposito – scrive il vescovo – c’è un testo “didattico” della Bibbia nel quale viene data “la facoltà di parlare alla stoltezza”; questa, rivolgendosi ai giovani e agli “inesperti”, con moine seducenti dice: “Le acque furtive sono dolci, il pane preso di nascosto è gustoso” (Proverbi 9,17). “Le insidie sono sempre in agguato e spesso ci attraggono, rendendo vani gli sforzi di coloro che hanno a cuore la nostra vita e il nostro avvenire. Così ho pensato di racchiudere in un’unica immagine – che vuole richiamare evocazioni e simboli ‘sempiterni’ – il servizio dei docenti, delle famiglie, degli educatori, degli amici ed evidentemente quello di tutti noi”, sottolinea mons. Parisi invitando ragazzi e ragazze a “non accontentarvi di un possesso delle cose, della realtà e della conoscenza (la quale, fra l’altro, consente di fare ‘esperienza’ del limite umano), ma di osare a muovervi verso ‘l’amor che move il sole e le altre stelle’ (Paradiso XXXIII, 145), a cogliere nel limite la potenzialità e la grandezza del suo stesso superamento”.

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