Un Papa che “rilancia sicuramente il tema dell’accoglienza, la necessità di costruire ponti e non innalzare muri, siano muri materiali ma anche economici come i dazi, o culturali”. Questo, spiega in un’intervista al Sir Vincenzo Buonomo, il segnale che l’elezione di Leone XIV, che rappresenta in un certo senso un mix tra Stati uniti e America latina, abbraccia vari mondi e varie culture, può dare all’amministrazione Trump. “E soprattutto – prosegue il professore di diritto internazionale alla Pontificia Università Lateranense – respinge l’idea del conflitto, il grande ‘muro’ per eccellenza che non si riesce ad abbattere e dal quale scaturiscono odi, divisioni e guerre. Oggi, anziché sedersi intorno ad un tavolo sembra si preferisca fare la guerra, e il conflitto si accende progressivamente in diverse parte del pianeta. Quanto sta avvenendo in India e Pakistan è solo l’ultimo degli episodi. Occorre invece accettare l’idea di tornare a negoziare, di tentare di comprendere le ragioni dell’altro”. Per Buonomo, allora, “è davvero importante avere un Papa che fa della mitezza, del dialogo, della costruzione di ponti la cifra del suo pontificato. Dovrebbe essere questo lo stile e il metodo per arrivare ad una pace globale”.