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Serbia: Krastev (analista), “le proteste sono un test per l’Ue. Più attenzione ai Balcani, il Paese non è più lo stesso”

“Le proteste antigovernative degli studenti in Serbia che non si placano da quattro mesi e mezzo rappresentano un test per l’Ue che dovrebbe rivolgere più attenzione alla situazione a Belgrado”. Lo afferma al Sir l’analista dei Balcani Nikolay Krastev. La settimana scorsa è morto un adolescente, che era rimasto ferito dalla caduta della tettoia della stazione ferroviaria di Novi Sad il 1° novembre, evento che ha causato la morte di 15 persone. Con la scomparsa del ragazzo le vittime sono diventate 16. “Continua anche l’assedio di oltre 60 facoltà in tutto il Paese balcanico”, racconta Krastev, convinto che l’appoggio alla protesta da parte dei giovani crescerà ancora. “La Serbia non è più la stessa, il Paese sta cambiando e il sostegno al presidente Alexander Vucic, uomo forte di Belgrado, sta calando”. Secondo un sondaggio di “Nuovo pensiero politico serbo”, il 60% della popolazione appoggia le proteste”. Per la prima volta dopo la salita al potere del Partito progressista serbo di Vucic nel 2012, il consenso per il partito è solo del 36% mentre l’opposizione è quotata al 41%. Allo stesso tempo il 44,7% dei serbi vorrebbe che gli studenti si impegnassero politicamente in eventuali prossime elezioni.

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