
Pergamene miniate uniscono Imola agli Stati Uniti. “Storie di pagine domenicane. Aggiunte e risarcimenti per i corali duecenteschi del Museo diocesano di Imola” è il titolo dell’incontro che si terrà domani nella Sala grande del Museo diocesano di Imola. Interverranno Raffaele Mannai (PhD Scuola normale superiore di Pisa) e Fabio Massaccesi (professore di Storia dell’Arte medievale all’Università di Bologna).
Una ricerca, che ha preso avvio la scorsa estate e che continua ancora oggi, ha condotto verso l’individuazione di sei pagine pergamenacee miniate presso il Rare Books Department della Free Library of Philadelphia e altrettante, di cui solamente una parte presenta tracce di decorazione, nelle collezioni della National Gallery of Art di Washington, tutte in stato di conservazione ottimale e visibili in chiaro poiché già digitalizzate dai due enti museali americani.
In particolare, le pagine di Philadelphia appartenevano alla collezione dell’avvocato John Frederick Lewis (1860-1932); le stesse sono poi state donate da Anne Baker Lewis, moglie del collezionista, alla Free Library of Philadelphia, che le ha ufficialmente acquisite nel 1936. Il catalogo digitale dell’ente americano riferisce quattro delle sei miniature presenti nei fogli già in collezione Lewis a un’anonima personalità toscana e le ritiene eseguite durante la seconda metà del Duecento; le due rimanenti, invece, sono state catalogate più genericamente come scuola italiana del XIV secolo.
Per quanto riguarda le pagine di Washington, otto in totale, a partire dalla metà del secolo scorso sono transitate per diverse collezioni private. Nel 2009, Ladislaus e Beatrix von Hoffmann, ultimi proprietari dei manufatti, donano l’intero blocco alla National Gallery of Art di Washington.
In seguito ad alcune approfondite analisi di natura storico-artistica, codicologica e liturgica – eseguite da Raffaele Mannai, studioso cui si deve questa sensazionale scoperta – che hanno contemplato anche diversi sopralluoghi presso il Museo diocesano di Imola, è emerso come i manufatti summenzionati provengano dal ciclo di corali eseguito durante la prima metà dell’ottavo decennio del secolo XIII per i domenicani della città da un miniatore di cultura bolognese noto come “Maestro di Imola” (che proprio dagli antifonari imolesi trae la sua denominazione), custoditi ed esposti da oltre tre decenni nelle raccolte del Museo diocesano di Imola.
L’argomento principale della conferenza del 2 marzo sarà proprio la presentazione al pubblico delle pagine miniate ritrovate a Philadelphia e Washington; saranno altresì oggetto di approfondimento l’analisi storico-artistica delle miniature in esse contenute, la loro ricollocazione, seppure solo virtuale, all’interno dei corali imolesi, oltre che l’intero catalogo del loro esecutore, che include una Bibbia a Los Angeles (J. Paul Getty Museum, ms. Ludwig I.11, già 83.MA.60), due presso la Biblioteca Apostolica Vaticana (Città del Vaticano, mss. Vat. Lat. 22 e Vat. Lat. 26), una nella Biblioteca Statale Russa (Mosca, ms. fondo 722 n. 734), un volume contenente il Liber Sentetiarum di Pietro Lombardo (Vienna, Österreichische Nationalbibliothek, ms. 1415), un foglio staccato da un perduto graduale (Washington, National Gallery of Art, Rosenwald Collection 1946.21.12, già B.13.522) e i cinque antifonari francescani di Ravenna (Archivio storico diocesano di Ravenna-Cervia, mss. 1-5, già antifonari I-V).