Parlamento Ue: Serbia, a Strasburgo riflettori sulla “deriva” del Paese, che si allontana dai 27

Era il 1° novembre 2024 quando il crollo della pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad causò la morte di 16 persone e diede inizio a un’ondata di proteste che in Serbia si sono scagliate contro il governo di Aleksandar Vucic coinvolgendo per lo più giovani, studenti e accademici, ma anche cittadini comuni e volti noti dello sport, come il tennista Novak Djokovic. A quasi un anno da quel tragico incidente, il Parlamento Ue ha dedicato un dibattito in aula alla questione accogliendo in emiciclo Marta Kos, commissaria all’Allargamento, in prima linea per quanto riguarda le vicende del Paese balcanico: “Si sono verificati casi di uso eccessivo della forza da parte della polizia contro manifestanti e giornalisti, condanniamo tutti gli atti d’odio da parte dei manifestanti ma chiediamo la pace da entrambe le parti”. Pochi giorni fa anche la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, aveva ribadito la direzione in cui Belgrado deve convogliare gli sforzi per entrare nella famiglia europea: stato di diritto, democrazia, diritti umani e libertà di riunione, dei media e della comunità accademica. Gli stessi ribaditi anche da Kos davanti all’Eurocamera, invocando la fine di una politica ambigua nei confronti dei Ventisette: “La posizione dell’Ue è che la Serbia deve prendere una decisione strategica chiara e forte. Da un Paese candidato non ci aspettiamo strette relazioni con Mosca e Pechino che facciano seguito a dichiarazioni critiche nei confronti dell’Ue”, ha aggiunto la commissaria. Quindi un passaggio sulla delicata questione energetica, dopo lo stop totale alle importazioni di gas russo entro fine 2027 recentemente approvato dal Consiglio: la decisione, chiarisce Kos, “non implica che gli Stati membri interromperanno il trasferimento verso Paesi terzi come la Serbia”. Piuttosto noi incoraggiamo a diversificare tutte le fonti di approvvigionamento e a integrarsi nelle reti energetiche europee”. Durante la tornata odierna di voti, prevista intorno a mezzogiorno, gli eurodeputati esprimeranno il proprio parere in merito anche sulla risoluzione sulla Serbia. Gli studenti serbi che manifestano nel Paese sono nella terza di candidati al Premio Sacharov.

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