“I poveri non sono una categoria sociale, ma il volto stesso di Cristo che continua a soffrire e a risorgere in coloro che non hanno voce né riconoscimento”. Lo scrive in una lettera ai catechisti e agli operatori pastorali il vescovo di Cassano all’Jonio, mons. Francesco Savino che, richiamando l’esortazione apostolica di Leone XIV, dice che il Papa “ci esorta a condividere la vita con loro, a camminare accanto a loro con compassione evangelica: è questo lo stile del cristiano, lo stile di una Chiesa che ‘non mette limiti all’amore, non conosce nemici da combattere ma solo fratelli e sorelle da amare’. L’amore cristiano, infatti – aggiunge – supera ogni barriera, avvicina i lontani, accomuna gli estranei, rende familiari i nemici, valica abissi umanamente insuperabili, entra nelle piaghe più nascoste della società”. Per il presule “stiamo ormai giungendo al termine del Giubileo ordinario, tempo di grazia e di riconciliazione, in cui abbiamo sperimentato la bellezza del camminare insieme, pellegrini della Speranza. Quest’anno giubilare ci ha aiutati a riconoscere la bontà di Dio e la forza della sua misericordia, aprendoci a un rinnovamento personale e comunitario. Lasciamoci ancora avvolgere dall’amore senza limiti di Dio, perché la nostra vita e l’azione delle nostre comunità rendano visibile il mistero salvifico di Cristo nella fraternità, nel servizio e nella carità operosa”. “Siamo chiamati – scrive ancora mons. Savino – a essere costruttori di pace e seminatori di speranza, capaci di promuovere un autentico rinnovamento spirituale e pastorale delle vostre comunità. Non è facile ‘fare ed essere comunità’, ma insieme – voi, i vostri parroci e il Vescovo – possiamo attualizzare i carismi che lo Spirito ha seminato, mettendo al centro il Vangelo e attivando concreti processi di promozione umana”. L’annuncio del Vangelo, ricorda, è “sempre legato all’ascolto dell’uomo, alla sua dignità, ai suoi bisogni e alle sue ferite. Il vostro ministero nella vita della nostra Chiesa locale è prezioso e insostituibile. Siete servitori della Parola, accompagnatori nel cammino della fede, animatori di comunità e protagonisti della missione permanente dell’evangelizzazione”. Il “vostro ruolo nella nostra Chiesa locale è molto importante non soltanto nella prima evangelizzazione, nell’accompagnamento catecumenale, nell’animazione e nel sostegno delle comunità ma soprattutto nella missione permanente dell’evangelizzazione”. Da qui l’incoraggiamento a diventare “terreno fertile di vocazioni: al matrimonio, alla vita consacrata, al diaconato e al presbiterato. Tutti noi siamo chiamati a fare in modo che Cristo prenda forma piena nella nostra vita: la formazione continua e permanente, perciò, è un’esigenza vitale, non solo un dovere”. “Siamo chiamati – continua – a essere testimoni umili e veri, capaci di accogliere tutti senza distinzione e di raccontare con gioia le meraviglie di Dio”.