Il disegno di legge che introduce il reato di femminicidio, recentemente approvato dal Senato, rappresenta “un passo significativo nella tutela degli orfani di femminicidio e delle vittime di violenza, anche minorenni”. Save the Children ha accolto con favore le modifiche introdotte, sottolineando l’importanza di un approccio multidimensionale alla violenza maschile contro donne e ragazze. Secondo Giorgia D’Errico, direttrice relazioni istituzionali dell’Organizzazione, è fondamentale investire nella prevenzione, attraverso percorsi strutturati di educazione all’affettività e alla sessualità nelle scuole, calibrati per età e condotti da esperti qualificati. La scuola, ha ribadito D’Errico, nel corso dell’audizione in Commissione giustizia della Camera dei deputati sul disegno di legge, “può diventare un punto di riferimento cruciale per fornire ai giovani informazioni corrette e sicure”.
Una recente indagine di Save the Children ha rivelato che solo il 47% degli adolescenti ha ricevuto un’educazione sessuale a scuola, con percentuali ancora più basse al Sud e nelle Isole. Tuttavia, il 91% dei genitori ne riconosce l’utilità. Il testo legislativo amplia l’accesso ai benefici per gli orfani di femminicidio, includendo anche i figli di donne uccise in quanto tali, indipendentemente da un legame sentimentale con l’autore del reato. Inoltre, estende le tutele economiche ai figli di donne sopravvissute a tentativi di femminicidio ma rese incapaci di prendersi cura dei propri figli. Un altro elemento positivo è la possibilità per le minorenni, dai 14 anni in su, di accedere ai Centri antiviolenza senza autorizzazione genitoriale. Save the Children ha infine ribadito la necessità di istituire un sistema strutturato di raccolta dati statistici, inclusivi dei figli delle vittime di violenza domestica e di genere, per orientare efficacemente le politiche di prevenzione e protezione.