Polonia: vescovi su rifugiati ucraini nel Paese, “contrastare fermamente qualsiasi forma di sfruttamento e atteggiamenti xenofobi”

Assemblea Plenaria vescovi polacchi (Foto Ugcc)

“L’ospitalità e la gentilezza siano la nostra testimonianza di amore verso il prossimo”. E’ quanto esortano i vescovi polacchi invitando ad “un’accoglienza cristiana nei confronti delle persone arrivate, in particolare rifugiati e migranti, ricordando le parole di Gesù Cristo: Ero forestiero e mi avete ospitato (Mt 25, 35)”. L’invito è contenuto nel comunicato finale della 402ª Assemblea Plenaria della Conferenza Episcopale Polacca che si è svolta a Danzica dal 13 al 15 ottobre e nel corso della quale i vescovi hanno discusso anche dell’aumento della presenza dei rifugiati ucraini in Polonia e le sfide legate alla guerra in Ucraina. A rilanciare il comunicato in lingua italiana è il Segretariato dell’arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina a Roma. “L’integrazione dei rifugiati nella società ospitante rimane la risposta più appropriata alle parole del Salvatore”, si legge nel comunicato. “Tale integrazione deve avvenire nel pieno rispetto della dignità di ogni persona”. I vescovi polacchi hanno anche invitato a “sostenere buoni rapporti con i rifugiati di guerra ucraini, e contrastare fermamente qualsiasi forma di sfruttamento economico o politico dei rifugiati e migranti, specialmente laddove ciò alimenti atteggiamenti xenofobi”.
Riuniti in Assemblea plenaria, i vescovi polacchi hanno risposto all’invito di Papa Leone XIV a pregare il Rosario per la pace nel mondo che si svolge per tutto il mese di ottobre. I vescovi invitano a non interrompere la preghiera anche dopo — specialmente la preghiera per la pace in Ucraina, nella Striscia di Gaza, in Terra Santa, in Sudan e altre regioni dove sono in corso le guerre. “Esortiamo alla preghiera per i cristiani che soffrono e che sono perseguitati, e a un solido sostegno alle azioni che possono contribuire al raggiungimento di una pace duratura nel mondo”, si legge nel comunicato.

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