(Milano) Un convegno per raccontare, con nuovi dati alla mano, la difficoltà dell’abitare oggi in Lombardia. È stato questo il focus del convegno che le Caritas delle dieci diocesi lombarde hanno promosso, presso la sede della Caritas di Milano, per presentare il rapporto “Dare casa alla speranza. Le sfide dell’abitare secondo le Caritas lombarde”, che muove dai dati raccolti dalla rete degli sportelli, appunto, delle Caritas, diffusi in tutta la regione. Ricerca varata “per cercare di elaborare proposte e strategie all’insegna della dinamica giubilare della speranza”. Aprendo l’assise – che si è articolata per l’intera mattinata attraverso diversi interventi – l’arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia, Mario Delpini, ha subito osservato. “Le Caritas hanno la responsabilità di segnalare e di coinvolgere tanto più in relazione a un tema delicato come quello del diritto alla casa, rispetto al quale si registra anche un tasso di egoismo e avidità che impedisce di trovare soluzioni facili e immediate. Occorre, allora, spingere sulle istituzioni, perché si facciano carico di questo tema complesso”.
Tornando, a margine con i giornalisti, sull’egoismo e l’avidità, il presule ha aggiunto. “Credo che questa ricerca possa aiutare, non tanto a identificare delle persone come se fosse un’espressione di risentimento, ma a individuare le linee di tendenza e di sensibilità che vanno in senso contrario alle necessità di una convivenza nella quale siano garantiti i diritti di tutti. E per mettere in campo anche delle forme di generosità, comprendendo che non si tratta di fare un’elemosina o un atto di beneficenza, ma che contrastare l’avidità e l’egoismo sia un modo di intendere l’appartenenza a una comunità”.
“Bisogna rafforzare la mediazione abitativa, affidandola a soggetti qualificati, per tutelare gli inquilini, facilitare il dialogo con i proprietari e prevenire morosità e conflitti”, ha detto, tirando le somme dell’incontro, don Roberto Trussardi, direttore della Caritas diocesana di Bergamo e delegato regionale Caritas. Insomma, “Muovere gli immobili”, per usare uno slogan che è emerso durante il convegno, “attraverso iniziative che puntino al recupero sociale di spazi vuoti e degradati pubblici e privati, da destinare ad affitti sostenibili. Ma anche muovere le coscienze e le riflessioni per un abitare dignitoso e che sia garanzia di diritti, e muovere le politiche, per dare maggiore spazio negli ordinamenti regionali e locali a chi vive condizioni di fragilità. Riconoscere l’approccio housing first come paradigma da adottare nelle politiche locali e regionali, mettendo la casa al centro dei percorsi, come base di inclusione e autonomia. Favorire co-programmazioni e co-progettazioni territoriali stabili, con enti locali, Caritas, privato sociale e cittadini, per una responsabilità condivisa sull’abitare”, ha concluso don Trussardi.