“Oggi siamo qui per ricordare Franco Fortugno, ma anche per rinnovare il comune desiderio di trasformare la memoria di un evento tragico in impegno di lotta civile, di solidarietà e di riconciliazione sociale. È una memoria che s’è fatta coscienza, consapevolezza che la società deve reagire di fronte a determinate azioni che non trovano alcuna giustificazione”. Lo ha detto oggi a Locri il vescovo, mons. Francesco Oliva nella celebrazione in occasione dei vent’anni dall’uccisione di Franco Fortugno, vice presidente del Consiglio regionale della Calabria ucciso il 16 ottobre 2005. Da quando “la violenza, cieca e arrogante, spense la vita di Franco Fortugno, continuiamo ad incontrarci. Lo facciamo, pregando insieme alla sua famiglia, alla moglie Mariagrazia, ai figli ed ai parenti tutti. Lo facciamo perché crediamo che la vita è più forte della morte, che la violenza non può soffocare la speranza, che c’è in tutti un bisogno di umanità e un desiderio di pace e di riconciliazione”, ha detto il presule aggiungendo che ricordare significa “non solo guardare al passato, ma prendere su di sé un impegno per il presente. La memoria di Franco può diventare motore vivo di giustizia, legalità, coesione sociale. È una memoria illuminata dalla fede, un atto di giustizia verso Franco e la sua famiglia”. Ricordare Franco è “dire – ha detto mons. Oliva – con forza che il male, la violenza non hanno l’ultima parola. Il sacrificio di Franco e della sua famiglia come ha scosso le coscienze di tanti uomini e donne di quel tempo, ha aperto un tempo nuovo per Locri e per tutto il nostro paese, chiamando ciascuno a scegliere da che parte stare”. Il Vangelo “ci mette in guardia dal rischio di riconoscere il valore dei profeti, degli uomini giusti solo quando non ci sono più, quando la loro voce è ormai spenta. E soprattutto ci mostra che ogni volta che, con gesti, parole, silenzi o omissioni abbiamo ostacolato il bene o taciuto di fronte all’ingiustizia subita, abbiamo contribuito a perpetuare il male. E quando scegliamo di non denunciare, quando alimentiamo narrazioni crudeli sulla vita altrui, diventiamo complici”. “Come Chiesa – ha concluso mons. Oliva – sentiamo la responsabilità di educare alla legalità evangelica, che è amore alla verità, rispetto per la vita, cura dell’ambiente e ricerca del bene comune. La fede ci rende più presenti nella vita della comunità e ci spinge ad abitarla con responsabilità”. I valori in cui ha Fortugno creduto “possano – ha concluso – continuare ad illuminare i nostri passi”. “Signore, donaci il coraggio di camminare sulla via della verità, della giustizia e della non violenza. E che la memoria di Franco Fortugno continui ad alimentare la nostra speranza in un futuro di pace”.