Leone XIV: alla Fao, “non dimenticare tutti coloro che sono dimenticati alla morte e alla sofferenza in Ucraina e a Gaza”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Oggi non possiamo più illuderci pensando che le conseguenze dei nostri fallimenti colpiscano solo coloro che sono nascosti alla vista. I volti affamati di tante persone che ancora soffrono ci interpellano e ci invitano a riesaminare i nostri stili di vita, le nostre priorità e il nostro modo di vivere nel mondo di oggi in generale”. E’ il forre monito del Papa, che nel suo primo discorso alla Fao ha richiamato l’attenzione “sulle moltitudini che non hanno accesso all’acqua potabile, al cibo, alle cure mediche essenziali, a un alloggio decente, all’istruzione di base o a un lavoro dignitoso, affinché possiamo condividere il dolore di coloro che si nutrono solo di disperazione, lacrime e miseria”. “Come possiamo dimenticare tutti coloro che sono condannati alla morte e alla sofferenza in Ucraina, Gaza, Haiti, Afghanistan, Mali, Repubblica Centrafricana, Yemen e Sud Sudan, per citare solo alcuni dei luoghi del pianeta in cui la povertà è diventata il pane quotidiano di tanti nostri fratelli e sorelle?”, si è chiesto Leone XIV: “La comunità internazionale non può voltarsi dall’altra parte. Dobbiamo fare nostro il loro dolore. Non possiamo aspirare a una vita sociale più giusta se non siamo disposti a liberarci dall’apatia che giustifica la fame come fosse una musica di sottofondo alla quale ci siamo abituati, un problema irrisolvibile o semplicemente una responsabilità altrui. Non possiamo chiedere agli altri di agire se noi stessi non rispettiamo i nostri impegni. Con la nostra omissione diventiamo complici della promozione dell’ingiustizia. Non possiamo sperare in un mondo migliore, in un futuro luminoso e pacifico, se non siamo disposti a condividere ciò che noi stessi abbiamo ricevuto. Solo allora potremo affermare — con verità e coraggio — che nessuno è stato lasciato indietro”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Chiesa