Migranti: naufragio di Cutro, Unicef, Unchr e Oim unite nel ricordo delle vittime, tutti “hanno l’obbligo legale di prestare soccorso”

L’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni), l’Unhcr (l’Agenzia Onu per i Rifugiati) e l’Unicef (Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia), si uniscono nel ricordo dei migranti e rifugiati e vittime del naufragio avvenuto sulla spiaggia di Steccato di Cutro un anno fa, il 26 febbraio del 2023. I corpi recuperati a seguito del tragico incidente furono 94, mentre è rimasto incerto il numero esatto di dispersi. “Quello di Cutro – si legge in una nota diffusa oggi dalle tre organizzazioni – fu un naufragio che scosse le coscienze e che dimostrò per un’ennesima volta quali siano i rischi che migranti e rifugiati corrono nel tentativo di fuggire dai contesti drammatici in cui si trovano, sia-no essi conflitti, povertà, emergenze climatiche, violenze e abusi subiti nei paesi di transito. Nel drammatico incidente persero la vita uomini, donne e decine di minori provenienti principalmente da Afghanistan, Pakistan, Siria, Iran”. Oim, Unhcr e Unicef ricordano che l’anniversario della tragedia di Cutro avviene proprio nei giorni in cui arrivano conferme di notizie di nuovi naufragi avvenuti al largo della Tunisia, al largo di Zarzis e di Mahdia. “Se il 2023 è stato caratterizzato da un aumento del 30% dei morti in tutto il Mediterraneo rispetto all’anno precedente (dagli oltre 2.400 del 2022 agli oltre 3.100 del 2023), le prime settimane del 2024 fanno già registrare il bilancio drammatico di oltre 160 morti”. Unhcr, Unicef e Oim ribadiscono “la necessità di rafforzare la cooperazione e la condivisione della responsabilità a livello europeo nelle operazioni coordinate di ricerca e soccorso (Sar)” e ricordano inoltre che tutti “hanno l’obbligo legale di prestare soccorso alle imbarcazioni su cui i trafficanti stipano i migranti, che, fatiscenti e sovraccariche, sono da considerarsi tutte inadatte alla navigazione e vanno quindi soccorse non appena avvistate”. Le tre organizzazioni continuano inoltre a “sollecitare il rafforzamento di canali sicuri di accesso al territorio e lo sviluppo di politiche a lungo termine in grado di fornire risposte umanitarie concrete, garantire il rispetto dei diritti umani di migranti e rifugiati e allo stesso tempo debellare le attività delle reti criminali dei trafficanti”.

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