Cammino sinodale: mons. Baturi (Cei), “individuare proposte e scelte operative, l’ascolto deve farsi ragione di governo”

“La fase sapienziale è molto importante perché i soggetti che sono stati coinvolti nell’ascolto ora vengono interpellati per individuare proposte e scelte operative”. Lo ha sottolineato mons. Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della Cei, aprendo i lavori del Comitato nazionale del Cammino sinodale, che si tiene a Roma il 24 e il 25 febbraio. “Il cammino deve tendere ad un’incidenza effettiva: l’ascolto deve farsi ragione di governo”, ha affermato mons. Baturi che, nel suo intervento, ha evidenziato come il Cammino sinodale sta interpellando “la modalità di esercizio della collegialità incarnato dalla Cei”. Facendo riferimento all’apporto concreto che le Commissioni episcopali e gli Uffici della Cei offriranno in questi mesi e che confluirà nel lavoro di sintesi delle Chiese locali, il segretario generale ha rimarcato il ruolo dell’intero popolo di Dio nel processo. “La partecipazione e la corresponsabilità – ha ribadito – devono permeare la Chiesa ai vari livelli”.
L’incontro del Comitato nazionale, preceduto nella mattinata del 24 febbraio dalla riunione della Presidenza, è stato occasione per delineare anche i prossimi passi che attendono le Chiese in Italia: “in questi mesi verrà preparata una sintesi di tutti i contributi elaborati a diversi livelli che sarà portata all’Assemblea Generale della Cei in programma a maggio. Arricchita dal confronto tra i vescovi, questa sarà presentata al Consiglio permanente di settembre e poi servirà da base per la prima assemblea sinodale prevista dal 15 al 17 novembre 2024”, ha spiegato mons. Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola e vescovo di Carpi, presidente del Comitato. “Da metà novembre 2024 fino a febbraio 2025 – ha continuato – le Chiese locali potranno inviare indicazioni, suggerimenti e osservazioni in vista della seconda assemblea sinodale, che si terrà dal 31 marzo al 4 aprile 2025”. Da questi passaggi scaturirà quella visione di insieme che, dopo l’Assemblea Generale di maggio 2025, sarà riconsegnata alle Chiese particolari, dando il via alla fase di ricezione. Il lavoro del Comitato prosegue nel pomeriggio e nella mattinata del 25 con il dialogo nelle Commissioni.

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