È nullo l’intero processo elettorale svolto finora in Romania per le presidenziali. Lo ha deciso oggi, 6 dicembre, la Corte costituzionale della Romania, dopo una lunga seduta durata tutto il giorno. Il foro legislativo ha analizzato quattro richieste di annullamento presentate giovedì 5 dicembre dalla Scuola nazionale di studi politici e amministrativi (istituzione universitaria statale), dall’Istituto nazionale per lo studio del totalitarismo, dalla pubblicazione “Calea Europeana” e dal candidato indipendente alle presidenziali Cristian Terhes. La decisione è stata presa all’unanimità e “per assicurare la correttezza e la legalità del processo elettorale”. L’annullamento dell’intero processo elettorale riguarda anche la data stabilita in precedenza per l’elezione del nuovo presidente della Romania, come anche il calendario “per la realizzazione delle azioni necessarie per l’elezione del presidente della Romania nell’anno 2024”. La Corte ha deciso, inoltre, che “il processo elettorale per l’elezione del presidente della Romania sarà ripreso in integralità”, chiedendo al Governo di stabilire una nuova data per l’elezione presidenziale. La decisione della Corte costituzione è definitiva e cogente. Sulle elezioni presidenziali in Romania sono sorti sospetti di irregolarità dopo la vittoria nel primo turno di un candidato indipendente, Calin Georgescu, sconosciuto all’opinione pubblica ed anche ai media romeni, però votato da più di 2,1 milioni di cittadini. Documenti segreti resi pubblici i giorni scorsi dal presidente romeno Klaus Iohannis hanno rilevato prove di interferenze straniere nel processo elettorale.