Incontro vescovi e sindaci Mediterraneo: card. Lopez Romero (Rabat), “Mediterraneo modello di mondo globale dove vivere in unità. Chiesa non sia autoreferenziale”

“Fare del Mediterraneo l’archetipo, il modello di mondo globale dove vivere in unità, integrando nella fraternità persone di origini e identità diverse. Non eliminare le differenze ma arricchirle”: è l’auspicio espresso dal card. Cristóbal Lopez Romero, arcivescovo di Rabat (Marocco) parlando alla sessione conclusiva del Forum dei vescovi e dei sindaci delle città del Mediterraneo che si chiude oggi a Firenze. “Oggi usciamo con l’impegno di fare una Chiesa più cattolica e quindi universale grazie anche ai rapporti di fratellanza nati tra noi in questi giorni” ha detto il cardinale che invoca “una Chiesa incarnata, preoccupata per i cittadini e dei più poveri. Una Chiesa non racchiusa in una bolla, non autoreferenziale, impegnata a costruire un nuovo cielo e una nuova terra. Una Chiesa profetica che vuole il Mediterraneo come spazio di dialogo e di pace, una Chiesa costruttrice di ponti, artefice di dialogo tra le tre fedi abramitiche, tra credenti e non credenti a servizio della fraternità universale”. Parole condivise anche da mons. Zelimir Puljic, arcivescovo di Zadar, Presidente della Conferenza Episcopale di Croazia, che ricordando l’opera del sindaco La Pira ha ribadito l’importanza del mare Mediterraneo, “un nuovo continente da riscoprire e valorizzare perché sulle sue sponde le fedi abramitiche si sono mescolate come in nessun altro posto al mondo”. Per mons. Rami Flaviano Al-Kabalan, Procuratore a Roma del Patriarcato di Antiochia dei Siri, “è urgente dialogare per la salvaguardia del bene comune. Per questo la collaborazione intra-ecclesiale deve allargarsi a quella con la società civile. Siamo corresponsabili dei fedeli e dei cittadini: dobbiamo essere guide sicure per promuovere l’amicizia tra i nostri popoli”.

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