Papa in Iraq: a Qaraqosh, “il terrorismo e la morte non hanno mai l’ultima parola”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Sono grato al Signore per l’opportunità di essere in mezzo a voi questa mattina. Ho atteso con impazienza questo momento”. A rivelarlo alla comunità di Qaraqosh, la più grande città irachena a maggioranza cristiana, incontrata nella chiesa dell’Immacolata Concezione, la più grande dell’Iraq, è stato il Papa. “Guardandovi, vedo la diversità culturale e religiosa della gente di Qaraqosh, e questo mostra qualcosa della bellezza che la vostra regione offre al futuro”, l’omaggio di Francesco: “La vostra presenza qui ricorda che la bellezza non è monocromatica, ma risplende per la varietà e le differenze”. “Allo stesso tempo, con grande tristezza, ci guardiamo attorno e vediamo altri segni, i segni del potere distruttivo della violenza, dell’odio e della guerra”, il riferimento alla furia devastatrice dell’Isis: “Quante cose sono state distrutte! E quanto dev’essere ricostruito!”. “Questo nostro incontro dimostra che il terrorismo e la morte non hanno mai l’ultima parola”, la tesi del Papa: “L’ultima parola appartiene a Dio e al suo Figlio, vincitore del peccato e della morte. Anche in mezzo alle devastazioni del terrorismo e della guerra, possiamo vedere, con gli occhi della fede, il trionfo della vita sulla morte”. “Avete davanti a voi l’esempio dei vostri padri e delle vostre madri nella fede, che hanno adorato e lodato Dio in questo luogo”, l’invito di Francesco: “Hanno perseverato con ferma speranza nel loro cammino terreno, confidando in Dio che non delude mai e che sempre ci sostiene con la sua grazia. La grande eredità spirituale che ci hanno lasciato continua a vivere in voi. Abbracciate questa eredità! Questa eredità è la vostra forza!”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Mondo