Tumori: san Leopoldo Mandic patrono dei malati oncologici d’Italia. Don Angelelli (Cei), “figura di grandissima consolazione”

(Padova) “Il riconoscimento di patrono dei malati oncologici a san Leopoldo Mandic, annunciato oggi dal vescovo di Padova, segna una continuità storica con la nascita dell’ordine dei cappuccini. Era allora un periodo in cui la peste falciava vite umane e i frati scendevano dagli eremi e si occupavano degli appestati; stare vicino ai malati morenti è stata una delle caratteristiche del nostro ordine”, ha sottolineato fra Mauro Jöhri, già superiore generale dell’Ordine cappuccino fino al 2018. “Vedere che oggi un nostro frate santo continua, nella sua esistenza nella dimora celeste, a essere attento ai bisogni dei malati, ravviva questa continuità. Sono felice per l’Italia ma anche per i confratelli oltre l’Adriatico dove, quando la salma del santo fu portata, vi fu eccezionale concorso di fedeli”.
L’iter per il riconoscimento partì nel 2016 da una richiesta della Conferenza episcopale triveneta e croata; vi fu anche una raccolta firme che arrivò a quasi 70mila. “Papa Paolo VI, che lo proclamò beato, lo definì un “piccolo frate”. Ma sono stati in tanti a chiedere che S. Leopoldo diventasse patrono di chi era segnato dalla malattia nel corpo. Rappresentare la vicinanza di Dio quando c’è la necessità che qualcuno ci sorregga: questo è essere patrono. San Leopoldo raffigura il fatto che Dio ci è sempre vicino e annunciarlo oggi è un segno di speranza”, ha commentato fra Roberto Tadiello, ministro provinciale italiano dell’Ordine dei Cappuccini.
“In Italia nel 2019 ci sono stati 361mila nuovi casi di tumore. La loro diagnosi è una notizia che sconvolge la vita della persona. Alla buona terapia si deve sempre affiancare la dimensione della relazione, fondamentale in un momento in cui il paziente vive fragilità e solitudine. Quando una persona è accompagnata, il desiderio di vita rimane vivo. Ci piace oggi pensare a san Leopoldo come patrono di queste persone, è una figura di grandissima consolazione”, ha commentato don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale della salute della Cei.

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