Tratta: Pacilli (Caritas Latina), “centinaia di indiani sikh costretti a lavorare nei campi dell’Agro Pontino”

La veglia di preghiera sul tema “Insieme contro la tratta”, nella Basilica di Sant’Antonio in Laterano a Roma, per la VI Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta, che si celebra l’8 febbraio, è stata l’occasione per far conoscere alcune realtà italiane che si occupano di sfruttamento e tratta di esseri umani. Nell’Agro Pontino, da molti anni, ci sono centinaia di indiani sikh costretti a lavorare senza sosta. “Lo chiamano ‘para sfruttamento’ perché c’è un contratto di lavoro, ma vengono dichiarate molte meno ore e una serie di servizi vengono forniti a pagamento e in maniera irregolare”. Per contrastare questa piaga, la Caritas di Latina ha aderito, insieme ad altre tredici realtà diocesane, al “Presidio 3.0” di Caritas Italiana contro il caporalato e in difesa delle persone che lavorano nell’agricoltura, come ha spiegato Ilarina Pacilli, coordinatrice del progetto di Latina. Tra le azioni messe in atto, l’istituzione di “un presidio in un terreno di una parrocchia di Terracina, davanti a un residence in cui vivono molti braccianti, con servizi di ascolto, di insegnamento della lingua italiana, orientamento legale e accompagnamento”. Grazie a un lavoro di rete con istituzioni, diocesi vicine e associazioni, “il progetto offre anche la possibilità di trovare un lavoro o una casa a chi decide di denunciare lo sfruttamento subito”.

Altra esperienza quella dei Medici per i diritti umani, che tra i progetti, segue ragazzi eritrei, giunti nel nostro Paese, dopo aver subito qualsiasi tipo di violenza e abuso nei campi di schiavitù in Libia.

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