“La sinodalità è una mentalità e una metodologia: ora serve passare all’attuazione”. Lo afferma mons. Gianmarco Busca, vescovo di Mantova e presidente della Commissione episcopale per la Liturgia, in un’intervista al Sir alla vigilia della terza Assemblea sinodale della Chiesa italiana. Il presule richiama “corresponsabilità, formazione e unità di sguardo” come criteri decisivi per tradurre il Documento di sintesi in scelte pastorali concrete. “Occorre partire da tutto ciò che amplia il soggetto attivo della Chiesa – sottolinea –: non solo il clero, ma tutti gli organismi di comunione, chiamati a una rinnovata responsabilità di leadership e di governance delle comunità”. Centrale anche la formazione, che “va ridefinita in senso unitario e integrale, per evitare dispersioni e sovrapposizioni”. Riguardo alle ministerialità, Busca le definisce “strumenti preziosi di corresponsabilità: solo valorizzandole il Documento potrà tradursi in un agire trasformativo”. Sul futuro del Cammino sinodale, il vescovo di Mantova auspica “uno stile di comunione, meno particolarismi e più corresponsabilità: la sinodalità non è un progetto da archiviare, ma un modo di essere Chiesa”.