“Gesù non è risorto a parole, ma con i fatti, con il suo corpo che conserva i segni della passione, sigillo perenne del suo amore per noi. La vittoria della vita non è una parola vana, ma un fatto reale, concreto”. Lo ha detto il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, dedicata alla risurrezione di Cristo che sconfigge la tristezza umana. “Il Signore è veramente risorto”. In questo avverbio, “veramente”, “si compie l’approdo certo della nostra storia di esseri umani”, ha spiegato Leone XIV: “Non a caso è il saluto che i cristiani si scambiano nel giorno di Pasqua”. Dopo aver chiesto al viandante fino ad allora sconosciuto di rimanere con loro, “Gesù accetta e siede a tavola con loro”, ha raccontato Leone XIV riferendosi al momento in cui i discepoli riconoscono Gesù risorto: “Poi prende il pane, lo spezza e lo offre. In quel momento i due discepoli lo riconoscono, ma lui subito sparisce dalla loro vista”. “Il gesto del pane spezzato riapre gli occhi del cuore, illumina di nuovo la vista annebbiata dalla disperazione”, ha spiegato il Papa: “E allora tutto si chiarisce: il cammino condiviso, la parola tenera e forte, la luce della verità… Subito si riaccende la gioia, l’energia scorre di nuovo nelle membra stanche, la memoria torna a farsi grata. E i due tornano in fretta a Gerusalemme, per raccontare tutto agli altri”.