Quasi 1 persona su 10 nel mondo è oggi malnutrita, con una tendenza in crescita e un’incidenza drammatica nelle regioni dell’Africa centrale, orientale e sub-sahariana. Secondo il Global Report on Food Crises 2025, quasi 300 milioni di persone vivono in condizioni di insicurezza alimentare acuta: 170 milioni si trovano in Africa, con l’Africa Orientale tra le zone più colpite – 61,6 milioni di persone spinte verso la fame da siccità, conflitti e crisi economiche. Mentre in molti Paesi africani la denutrizione è ancora causa di morte – il 45% delle morti infantili è legato alla malnutrizione e oltre 4 milioni di donne incinte risultano malnutrite – nei Paesi ad alto reddito cresce l’obesità: due facce della stessa medaglia, come ricorda Amref, che parla di malnutrizione globale e richiama l’attenzione su un problema che riguarda produzione, distribuzione e sostenibilità dei sistemi alimentari. In Italia ogni famiglia spreca in media 27–32 kg di cibo all’anno – circa 600 grammi a settimana – la quantità che basterebbe a sfamare un bambino africano per un giorno. “Il problema non è la quantità di cibo prodotta, ma l’incapacità dei sistemi di prevenire e assorbire gli shock”, afferma Amref. Dall’indagine IPSOS per Amref 2025 “Africa e Salute: l’opinione degli italiani”, emerge che il 62% degli italiani ritiene la malnutrizione la priorità sanitaria del continente africano, un dato trasversale alle generazioni che chiede maggiore coerenza e investimenti. “In Paesi come Etiopia, Kenya e Burkina Faso, la combinazione di crisi climatiche, rincari alimentari e accesso limitato alle cure sta portando intere comunità verso livelli di insicurezza alimentare senza precedenti», dichiara Roberta Rughetti, direttrice di Amref Italia. «I tagli alla cooperazione internazionale compromettono la risposta umanitaria: servono impegni pluriennali e stabili, svincolati dalla sola emergenza”. In questo contesto, Amref opera accanto alle comunità più vulnerabili per fermare la fame attraverso interventi integrati di salute, nutrizione, acqua e igiene: formazione di operatori sanitari, assistenza alle donne in gravidanza e ai bambini 0–12 anni, screening nutrizionali, sostegno alle strutture sanitarie locali e progetti di resilienza climatica. “La Giornata dell’Alimentazione – conclude Rughetti – ci ricorda che servono risorse stabili e decisioni basate sull’evidenza per garantire il diritto al cibo e alla salute, oggi e per le generazioni future”.