“La povertà non fa un passo indietro. Serve una politica che faccia un passo avanti e metta al centro dignità e giustizia sociale”. È l’appello lanciato oggi, 17 ottobre, dall’Alleanza contro la povertà in occasione della Giornata mondiale per l’eliminazione della povertà. Un grido che si leva in un contesto globale segnato da conflitti, instabilità e crescenti disuguaglianze. “Meno soldi per armi che uccidono, più risorse per combattere l’unica guerra che ha senso: quella contro la povertà”, si legge nella nota. Le guerre in Ucraina e Gaza, le tensioni in Medio Oriente e Africa, secondo l’Alleanza, stanno generando una nuova ondata di povertà globale. L’aumento dei costi energetici e alimentari, le interruzioni delle catene di approvvigionamento e l’incertezza geopolitica spingono milioni di persone verso la marginalità. La Banca Mondiale stima che oltre 700 milioni di persone vivano oggi in condizioni di povertà estrema. L’Alleanza esprime forte preoccupazione per l’annunciato aumento delle spese militari, che potrebbe tradursi in tagli alla spesa sociale e sanitaria. “Ogni guerra è anche una guerra contro i poveri – si legge – perché erode risorse pubbliche e colpisce i più vulnerabili”. Da qui, la richiesta di una “inversione di rotta: nella prossima legge di bilancio, non si aumentino le spese militari, ma si incrementino le risorse per le misure di contrasto alla povertà”. Alleanza contro la povertà torna poi a chiedere con forza una “strategia strutturale contro la povertà, che si fondi su cinque principi irrinunciabili: aumento delle risorse, universalismo selettivo, monitoraggio dell’efficacia delle misure, analisi permanente del fenomeno e sostegno alle realtà sociali che affrontano l’emergenza.
“La povertà non è un fatto naturale né un destino genetico – ricorda Antonio Russo, portavoce dell’Alleanza – ma una conseguenza politica ed economica. Solo scelte politiche diverse possono invertirla. Servono azioni strutturali e di lungo periodo, che mettano mano a casa, lavoro e welfare. La povertà non è un’emergenza da gestire, ma una struttura da cambiare”. L’Alleanza contro la povertà rivolge al governo cinque richieste concrete: aumentare le risorse per le politiche di contrasto, ripristinare l’universalismo selettivo, monitorare l’efficacia delle misure, rafforzare la rete dei servizi sociali territoriali e incrementare le risorse per la spesa sociale e sanitaria. “La povertà non è una ricorrenza da celebrare, né un destino da accettare – conclude l’Alleanza – ma il risultato di politiche che lasciano indietro i più fragili. Invertire rotta è possibile ed è un dovere costituzionale”.