La Conferenza episcopale boliviana (Ceb) si pronuncia ufficialmente, a tre giorni dall’atteso ballottaggio delle presidenziali, nel quale, dopo la clamorosa esclusione della sinistra, che ha governato il Paese per quasi vent’anni, si confronteranno il senatore Rodrigo Paz Pereira, del Partito Cristiano-democratico, la cui proposta può essere definita centrista, con il 32,14% dei voti del primo turno, e l’ex presidente Jorge “Tuto” Quiroga, più sbilanciato a destra, che parte dal 26,81%. Quest’ultimo, tuttavia, è dato per favorito dai sondaggi. Sulle elezioni pesa l’atteggiamento dell’ex presidente Evo Morales, al quale, dopo la rottura con il suo successore e delfino Luis Arce, non è stato consentito di correre per un ulteriore mandato; di conseguenza, Morales si è “tirato fuori” dalla contesa, invitando all’astensione in occasione del primo turno e mostrando, potenzialmente, di poter ancora “bloccare” il Paese, come ha fatto negli ultimi due anni. La Ceb ricorda che, nel corso della propria storia, “noi boliviani abbiamo sempre trovato strade di unità per superare conflitti e avversità costruendo una società più giusta, solidale e pacifica”. Avvicinandosi al secondo turno elettorale, la convinzione è che “il rispetto e l’unità debbano prevalere su qualsiasi differenza” e che “Il momento storico ci invita alla riflessione e alla speranza”. Per questo, tutti i cittadini sono chiamati a “esercitare il proprio diritto di voto con coscienza e impegno, pensando sempre al bene comune di tutti”, consapevoli che ogni decisione “si ripercuote sul futuro delle nostre famiglie, comunità e dell’intera nazione”. L’episcopato esorta la popolazione a “partecipare pacificamente questa domenica, facendo di ogni voto un atto responsabile”, che aiuti a guardare con speranza ai tempi futuri, nonostante “grandi sfide: sociali, politiche ed economiche nel Paese”. L’appello agli attori politici e al popolo boliviano è affinché “le nostre azioni siano guidate dal rispetto del voto, accettando i risultati con profondo impegno per il bene di tutti i boliviani”.