“Nessuna motivazione rende legittima l’uccisione di un uomo. E piangendo per Paolo piangiamo per tutti i morti, uccisi dalle guerre, dalla mafia, dalla violenza, dal narcisismo delirante, dal culto della forza virile”. Lo ha detto l’arcivescovo di Palermo, mons. Corrado Lorefice, nell’omelia per le esequie di Paolo Taormina, invitando la città a reagire con unità e umanità. “È il sangue di Abele che scorre. È il grido che continua a risuonare: Non uccidete Abele!”, ha proseguito, chiedendo di “scacciare dal nostro cuore la voglia di uccidere Caino”. “La giustizia deve fare il proprio corso”, ha aggiunto, ma “il riscatto non verrà da altra violenza, bensì dal levarsi del desiderio di pace e di giustizia nella vita e nel cuore dei Palermitani”. “Ogni vita è sacra, ogni volto è il centro della Città”, ha ribadito il presule, esortando a “ritrovare un senso comunitario della vita” e a “mettere fine alla spirale della violenza, attingendo alle energie interiori e alla storia di Palermo”. “Solo una Palermo umana, solidale e custode dei suoi figli potrà essere città della pace”, ha concluso.