“Non possiamo parlare di pace e poi rimanere nella nostra bolla” afferma Pilar Shanon Perez Brown, coordinatrice del direttivo del Consiglio Giovani Mediterraneo, nel pomeriggio della prima giornata di assemblea. Durante queste ore i membri del Consiglio giovani del Mediterraneo si sono confrontati sulle riflessioni sviluppate intorno a una serie di domande che gli sono state rivolte: le relazioni stabilite gli uni con gli altri, l’evoluzione che il Consiglio ha affrontato in questi primi due anni, il pensiero di La Pira come punto di partenza, i propri sogni e le proprie speranze per il Mediterraneo. I quattro gruppi in cui sono stati divisi i membri (formazione, educazione alla fede, dottrina sociale della Chiesa e networking) hanno quindi rispettivamente esposto quanto elaborato durante la mattinata. La conoscenza fa da padrona nelle risposte, la conoscenza reciproca che ha permesso di riconoscersi squadra prima ancora che Consiglio, e la conoscenza dell’altro, con le sue differenze e le sue unicità per rafforzare l’unità. Un’approfondito studio della storia delle diverse religioni e culture permetterà poi in seguito di aprirsi al dialogo interreligioso. Comune poi il desiderio di approfondire quanto più possibile la figura di Giorgio La Pira, così come quello di raggiungere meglio i presidenti delle rispettive Conferenze Episcopali dei rispettivi paesi per presentare loro questo progetto e ottenere il loro supporto.