Funerali don Seghi: mons. Gambelli (Firenze), “un testimone di speranza che non ha chiacchierato di Dio, ma ha saputo donare Cristo, vera pace”

La docilità alla novità dello Spirito, la testimonianza di speranza, la creatività della carità. Sono i tre aspetti “del ministero di don Silvano” evidenziati dall’arcivescovo di Firenze, mons. Gherardo Gambelli, nell’omelia delle esequie di don Silvano Seghi, storico parroco di San Michele a San Salvi, morto il 21 agosto. Celebrando questa mattina il funerale proprio nella parrocchia che don Seghi guidò per 35 anni, Gambelli ha spiegato: “Avere uno sguardo nuovo: questa è la fede. Saper guardare tutto in modo diverso. Le cose sono le stesse di sempre, ma – dopo aver incontrato Gesù – nulla più rimane come prima”.
“La presenza, oggi, in questo funerale di così tante persone dice come don Silvano abbia costruito rapporti veri, gratuiti, e di come, in un mondo lacerato da guerre, violenze e ingiustizie sociali, ci siano ancora maestri e testimoni di speranza, che non chiacchierano di Dio e della Chiesa con un frasario affascinante e una terminologia elegante, ma che con la loro semplicità sanno donare Cristo, che è la vera pace”. La grande scoperta del sacerdote – secondo l’arcivescovo – è avere capito che “la verità da lui tanto desiderata e cercata non era una realtà statica, in un punto estremo della via da lui percorsa, in attesa di essere raggiunta, ma una Presenza dinamica che lo raggiungeva, ogni giorno, lì dove si trovava proprio attraverso i volti che incontrava. E questa scoperta l’ha portato ad avere una grande attenzione verso i bisogni concreti delle persone”.

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