Terra Santa: card. Pizzaballa, “testimoniare la Rivelazione con la vita”

(Foto Cts)

“Anche oggi la tentazione è la stessa, quella di sempre: ridurre Gesù ad un personaggio che possa essere racchiuso totalmente dentro la nostra comprensione umana, la nostra carne e il nostro sangue. Affascinante, interessante, ma alla fine sempre uno di noi e basta”. È il monito lanciato dal card. Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, celebrando ieri, nella città santa, le ordinazioni sacerdotali di tre frati minori della Custodia di Terra Santa. Riflettendo sul senso della vocazione al sacerdozio, il cardinale ha avvertito del limite che offre la conoscenza di Gesù “solamente umana” perché viene da “carne e sangue” e non dal “Padre mio che è nei cieli”. Per il cardinale “c’è qualcosa di inedito e scandaloso nella persona di Gesù che la carne e il sangue da soli non possono comprendere”. Si tratta della “conversione alla rivelazione di un Dio che si è pienamente rivelato nella carne e nella vita di un essere umano come noi”. Da qui l’invito ai nuovi presbiteri a testimoniare questa rivelazione con la vita, ad essere, cioè, non protagonisti ma strumenti. “Un sacerdote pone al centro della sua vita non se stesso, ma la sua relazione con Cristo. E questo significa lasciare spazio alla preghiera, innanzitutto, personale ed ecclesiale. Richiede di celebrare con dignità e rispetto i sacramenti, in modo particolare l’Eucarestia. Non fate di voi stessi i protagonisti del ministero sacerdotale”. Il patriarca Pizzaballa ha poi aggiunto: “Il mondo oggi non vuole sentire parlare di salvezza eterna. Vuole salvarsi da solo, solo qui e ora, nel tempo presente, senza alcuno sguardo trascendente. Mentre invece il vostro ministero deve rimandare all’eternità”. “Tra i vostri fedeli tanti saranno i poveri: saranno sempre con voi. E guai a voi – ha ammonito il patriarca – se con il pretesto di avere cura delle anime dei fedeli, trascurerete i loro bisogni materiali. Ma guai a voi, anche se ridurrete il vostro ministero ai soli bisogni materiali. Il mondo porterà davanti a voi tantissime istanze: ingiustizie, sofferenza e solitudine, fame e povertà. E saranno voci da ascoltare e fare diventare proprie. Quella sofferenza dovrà diventare anche la vostra”. Ma “dovrete portare dentro quelle realtà oltre alla risposta umana, fatta di carne e sangue, la risposta che viene da Dio, la sola – ha concluso – che può portare anche dentro quelle situazioni così drammatiche la speranza e la consolazione, Gesù Cristo”.

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