Dalle cene monastiche ai convegni, dalle meditazioni ai laboratori sperimentali e, poi, il successo annunciato, ma “oltre le aspettative” delle proposte pensate dai giovani per i giovani under 30. Le “5 giornate di Milano” come è stato ribattezzato il periodo del Festival di spiritualità “Soul”, appena svoltosi dal 19 al 23 marzo scorsi, sono state questo: un’occasione unica nell’anno per riflettere, attraverso diverse discipline e contesti, sul tema complessivo scelto per la II edizione. “Fiducia, la trama del noi”. Promossa dall’arcidiocesi di Milano e dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, la kermesse ha registrato un successo notevolissimo ed evidente anche solo a chi in quei giorni ha camminato per Milano. Un “tutto esaurito” per gli oltre 60 appuntamenti diffusi in città, animati da 90 protagonisti d’eccezione fra cui David Grossman, lo scrittore israeliano tornato in Italia dopo molti anni per la serata di apertura della rassegna e salutato da una standing ovation nell’aula magna della “Cattolica” gremita, per arrivare al cardinale José Tolentino de Mendonça, volti noti della cultura, a esponenti di differenti religioni, a uomini e donne della politica e del mondo accademico. Tutti idealmente riuniti – attraverso gli eventi realizzatisi in tanti luoghi simbolo di Milano, in centro e in periferia – per “ascoltare e ascoltarsi, offrendo pause di riposo pensoso nel ritmo frenetico della metropoli”, come spiega Aurelio Mottola, ideatore della rassegna.
Insomma, un clima felice, nonostante quello avverso meteorologico, che ha confermato la “voglia di spiritualità diffusa anche nella città del fare per eccellenza”, aggiunge monsignor Luca Bressan, vicario episcopale della Chiesa ambrosiana e co-curatore di “Soul”.
“La sorprendente risposta del pubblico testimonia come Soul-Festival spiritualità”, andato in scena – è proprio il caso di dirlo – come “rassegna diffusa nella città risponda a un’esigenza profonda di spiritualità e di ricerca interiore, offrendo spazi di ascolto e dialogo intorno al tema della fiducia: nei legami, nelle parole, nel futuro”. A dirlo è un soddisfatto comitato curatoriale della kermesse formato da monsignor Luca Bressan, Armando Buonaiuto, Valeria Cantoni Mamiani e Aurelio Mottola. E non potrebbe essere altrimenti visto il bilancio finale di 10mila persone partecipanti per un “tutto esaurito” registrato nella grandissima maggioranza degli eventi, tra cui alcuni particolarmente innovativi e graditi, come il ciclo dedicato ai “Maestri di fiducia” nella Sagrestia di Santa Maria delle Grazie “che ha portato alla luce, in particolare, il desiderio di trovare nuove guide e riflessioni comuni, mentre l’intensa e la sentita partecipazione alle cene monastiche al Refettorio Ambrosiano – ormai un ruolo simbolo del capoluogo lombardo di rinascita e sostegno alle persone in difficoltà – ha espresso la necessità diffusa di rallentare per ritrovare un senso, aprendosi alla comunità, nella relazione con l’altro”.
Ed è arrivato così, durante “Soul”, anche uno speciale video-messaggio di Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, che ha insistito proprio sui legami, in riferimento al titolo complessivo del Festival: “Fiducia, la trama del noi”. Fiducia “come il fondamento delle nostre relazioni, della coesione sociale e della costruzione del futuro. Senza fiducia non c’è comunità, non c’è progresso, non c’è pace”, ha sottolineato la presidente.