“La sete è spesso, anche nella Bibbia, l’immagine del desiderio”. Lo spiega il Papa, commentando – nel testo scritto della catechesi preparato per l’udienza di oggi – le parole di Gesù alla Samaritana: “Dammi da bere!”. “Ma Gesù qui ha sete prima di tutto della salvezza di quella donna”, osserva Francesco, citando le parole di sant’Agostino: “Colui che chiedeva da bere aveva sete della fede di questa donna”. “Se Nicodemo era andato da Gesù di notte, qui Gesù incontra la donna samaritana a mezzogiorno, il momento in cui c’è più luce”, commenta il Papa: “È un momento di rivelazione. Gesù si fa conoscere da lei come il Messia e inoltre fa luce sulla sua vita. La aiuta a rileggere in modo nuovo la sua storia, che è complicata e dolorosa: ha avuto cinque mariti e adesso sta con un sesto che non è marito. Il numero sei non è casuale, ma indica di solito imperfezione. Forse è un’allusione al settimo sposo, quello che finalmente potrà saziare il desiderio di questa donna di essere amata veramente. E quello sposo può essere solo Gesù”. “Quando si accorge che Gesù conosce la sua vita, la donna sposta il discorso sulla questione religiosa che divideva giudei e samaritani”, prosegue Francesco, secondo il quale “questo capita a volte anche a noi mentre preghiamo: nel momento in cui Dio sta toccando la nostra vita coi suoi problemi, ci perdiamo a volte in riflessioni che ci danno l’illusione di una preghiera riuscita. In realtà, abbiamo alzato delle barriere di protezione”.