“Il Giubileo è il programma del Nuovo Testamento incarnato da Gesù, e la Chiesa e i cristiani devono applicarlo nella loro realtà nel tempo, per alleviare l’ingiustizia, la povertà e la malattia e per rispettare la libertà e la dignità delle persone”: lo ha detto il patriarca caldeo di Baghdad, card. Louis Raphael Sako, nel corso di una conferenza sul Giubileo “Pellegrini di speranza”, tenuta sabato 11 gennaio nella capitale irachena. Il Giubileo, ha aggiunto, “ha lo scopo di purificare se stessi e di ristabilire il rapporto con Dio e con il prossimo. È un anno aperto alla costruzione di sé, alla purificazione e al ripristino di un sano rapporto con Dio e con il creato”. Nella sua relazione Mar Sako ha spiegato il significato dell’apertura della Porta Santa a san Pietro e di quelle delle altre basiliche romane, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura, soffermandosi sul tema della speranza scelto da Papa Francesco per questo Anno Santo. “La speranza ci consola e spinge tutto avanti, per questo dobbiamo tenere accesa la sua fiamma dentro di noi, portando la sua luce nel buio di un mondo diviso e ferito” ha ricordato il patriarca. Primo passo da compiere, allora, è “risvegliare la nostra fede, riconciliarsi e fare un esame di coscienza per lasciare che Dio parli al nostro cuore. La preghiera e l’ascolto dello Spirito Santo ci guidano, infatti, nei momenti di peccato, di crisi e di stanchezza”. Inoltre, ha rimarcato Mar Sako, è necessario “affrontare l’antagonismo, la miseria e lo spirito di vendetta cercando con coraggio il perdono e un cambiamento di comportamento per vivere in pace e armonia”. Il Giubileo, poi, è un momento privilegiato per “aiutare gli altri, fare volontariato generoso al servizio dei poveri, dei malati e dei disabili, donare vestiti, mobili, cibo, denaro a chi è nel bisogno”. Chiudendo la sua relazione il cardinale ha esortato i fedeli a leggere la “Dilexit nos”, la lettera enciclica di Papa Francesco sull’amore umano e divino del Cuore di Gesù Cristo. Annunciate anche alcune iniziative che vedranno le comunità cattoliche irachene, dentro e fuori il Paese, impegnate in catechesi, collette di solidarietà, veglie di preghiera e pellegrinaggi a Roma, Lourdes, Fatima e ai santuari caldei del Paese. Una apposita Commissione si incaricherà dell’organizzazione.