Maternità e lavoro: aziende e istituzioni chiamate a rimuovere le barriere

Il 16% delle donne in Italia abbandona il lavoro dopo la nascita di un figlio. Poco più di una su due è occupata, e una su cinque lascia l’impiego dopo la maternità. Sono dati che fotografano le difficoltà di conciliazione vita-lavoro e che emergono dal whitepaper “Rimuovere le barriere alla maternità”, presentato oggi alla Camera insieme allo studio “State of Southern European Fathers”.
Il documento di Valore D e Fuori Quota, realizzato con il supporto di Bain & Company, individua cinque momenti chiave su cui intervenire: recruiting, ingresso in azienda, gravidanza, rientro e avanzamento di carriera. Tra le misure proposte: CV anonimi, formazione sui pregiudizi, flessibilità al rientro, childcare allowance, breastfeeding room e sportelli di ascolto per neogenitori. “Le aziende hanno dimostrato di poter innovare, ma il salto di qualità avviene solo con politiche pubbliche mirate – ha osservato Barbara Falcomer, direttrice generale di Valore D –. La genitorialità può diventare una leva di crescita per persone e imprese”. Secondo il presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto, Elena Bonetti, “la sfida demografica richiede un approccio sistemico. Abbiamo introdotto la valutazione di impatto demografico nella legge di contabilità dello Stato: è un passo per orientare le politiche a sostegno delle famiglie”.

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