Germania: i vescovi tedeschi chiedono la fine della violenza a Gaza

I vescovi cattolici tedeschi chiedono la fine immediata della violenza a Gaza e allo stesso tempo commemorano il terrore di Hamas del 7 ottobre 2023, che presto segnerà il suo secondo anniversario. Nella dichiarazione finale della assemblea plenaria terminata oggi a Fulda, la Conferenza episcopale tedesca (Dbk), chiedono il rilascio di tutti gli ostaggi, aiuti senza ostacoli per milioni di persone che muoiono di fame e una soluzione a due Stati. I vescovi sottolineano la speciale responsabilità dei tedeschi di “attribuire particolare importanza alla solidarietà con il popolo ebraico, incluso lo Stato di Israele”. Dopo il terrore di Hamas che ha scatenato la guerra e che i vescovi condannano fermamente, il diritto di Israele all’autodifesa è fuori discussione: “Ma non è illimitato, bensì soggetto alle disposizioni limitative del diritto internazionale”. Una strategia puramente militare non crea sicurezza, ma crea nuove, infinite spirali di violenza, hanno continuato i vescovi e la guerra di Israele contro Hamas ha “portato a una catastrofe umanitaria inaccettabile che solleva seri interrogativi sul rispetto delle norme essenziali del diritto internazionale umanitario”, ha aggiunto il presidente della Dbk, monsignor Georg Bätzing, nel suo rapporto finale. Nonostante tutte le critiche a Israele, i vescovi mettono in guardia contro qualsiasi forma di antisemitismo: “C’è una profonda differenza tra la critica giustificata alle azioni del governo israeliano da un lato e l’ostilità verso le persone di fede ebraica dall’altro”. Il fatto che l’ostilità verso gli ebrei stia aumentando anche in Germania è “una vergogna per il nostro Paese”. Per la Dbk tutti gli ostaggi devono essere rilasciati immediatamente e gli aiuti umanitari devono poter fluire senza ostacoli. Una pace duratura è possibile solo attraverso una soluzione politica, con due Stati che convivono in sicurezza e dignità. Tra i temi evidenziati dal presidente della Dbk c’è un bilancio critico del lavoro della Chiesa durante la pandemia della pandemia da Covid-19: “La maggior parte degli operatori pastorali è stata sopraffatta dallo sconvolgimento digitale e creativo che la pandemia di coronavirus ha richiesto loro, soprattutto nel primo anno”, ha affermato Bätzing. “Molti sacerdoti e diaconi, soprattutto nei primi due anni della pandemia, hanno trovato molto difficile adottare nuovi formati nella pastorale territoriale. Questo vale anche per ampie fasce dei gruppi professionali degli operatori pastorali e parrocchiali”.

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