Gaza: Amnesty, “Israele usa la fame come arma di genocidio”

“Israele continua a usare la fame delle persone civili come arma di guerra contro la popolazione palestinese nella Striscia di Gaza occupata, imponendo deliberatamente condizioni di vita finalizzate alla sua distruzione fisica nell’ambito del genocidio in corso”. È quanto denuncia oggi Amnesty international in un nuovo rapporto, secondo il quale, a più di un mese dall’introduzione di un sistema militarizzato di distribuzione degli aiuti, Tel Aviv starebbe imponendo deliberatamente condizioni di vita “finalizzate alla distruzione fisica” del popolo palestinese, in violazione del diritto internazionale. “Mentre l’attenzione globale si è spostata sulle recenti ostilità tra Israele e Iran, il genocidio nella Striscia di Gaza è proseguito senza tregua, anche attraverso l’imposizione di fame e malattie”, ha dichiarato Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty. Nel periodo successivo all’avvio dello schema militarizzato gestito dalla Gaza Humanitarian Foundation, centinaia di palestinesi sono stati uccisi nei pressi dei convogli umanitari. “Morti prevedibili – ha detto Callamard – causate dal fuoco delle forze israeliane e da modalità di distribuzione letali e disumane”. Israele continua a impedire l’ingresso e la distribuzione di beni essenziali, come cibo, carburante e medicinali. Nonostante gli ordini vincolanti della Corte internazionale di giustizia (gennaio, marzo e maggio 2024), Israele “mantiene un blocco crudele e soffocante” e trasforma l’accesso agli aiuti in una “trappola mortale”, aggravando la sofferenza. Amnesty riferisce che gli effetti più devastanti si registrano tra bambini e neonati.
Almeno 66 minori sono morti per cause legate alla malnutrizione dal mese di ottobre 2023, ma il dato – si sottolinea – non include le morti per malattie prevenibili aggravate dalla denutrizione. A giugno 2025 erano stati registrati quasi 19.000 ricoveri pediatrici per malnutrizione acuta. La piccola Jinan Iskafi, 4 mesi, è deceduta a maggio per marasma, diarrea cronica e infezioni ricorrenti: a causa del blocco non era disponibile la formula priva di lattosio di cui aveva urgente bisogno. “La fame nella Striscia non è una conseguenza inevitabile della guerra, ma il risultato diretto di politiche israeliane deliberate”, affermano i medici intervistati. Molti bambini presentano segni evidenti di malnutrizione grave, come edema, pelle pallida, perdita di capelli, atrofia muscolare. Le équipe sanitarie denunciano anche la carenza di latte in polvere, vitale per neonati malnutriti o con allergie. La distribuzione degli aiuti, afferma Amnesty, è stata “strumentalizzata”. Secondo le testimonianze, il sistema militarizzato non risponde ai bisogni della popolazione, ma maschera una strategia volta a “distruggere le vite palestinesi e calpestarne la dignità”. A metà giugno, oltre 850 camion con aiuti alimentari risultavano ancora bloccati ad al-Arish, in Egitto, in attesa del permesso israeliano. “Gli Stati – ha concluso Callamard – devono smettere di essere complici e adempiere ai propri obblighi: imporre sanzioni mirate, sospendere l’assistenza militare a Israele e cooperare con la Corte penale internazionale per perseguire i responsabili di crimini internazionali. Il genocidio deve finire ora”.

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