This content is available in English

Serbia: proteste degli studenti. Krastev (analista), “la situazione si sta radicalizzando”. 29 persone ancora in arresto

“La situazione in Serbia si sta radicalizzando perché il 28 giugno a Belgrado c’è stata una protesta di massa degli studenti che chiedono elezioni anticipate, mentre il presidente Alexander Vucic, l’uomo forte di Belgrado, non pensa minimamente di cedere alle loro richieste”. È il commento rilasciato oggi al Sir dall’analista dei Balcani Nikolay Krastev, mentre da sabato la capitale serba e oltre 20 città capoluogo sono bloccate dai manifestanti. Sempre il 28 a Belgrado ci sono stati scontri feroci con la polizia che ha cercato di sciogliere i cortei di protesta: il risultato è stato 77 arrestati, di cui 29 sono ancora in custodia e 48 poliziotti feriti. “Sono già sette mesi che la gente è per strada – spiega l’esperto – e la data 28 giugno, ovvero Vidovdan, la festa di San Vito, è fortemente simbolica nella storia serba, simboleggiando l’anelito di cambiamento”. Tutto è iniziato il 1° novembre 2024 dopo il crollo della tettoia della stazione ferroviaria di Novi Sad che ha causato la morte di 16 persone. “All’inizio gli studenti – chiosa Krastev – volevano giustizia per i morti. Si è poi rivelato che la stazione appena rinnovata era stata realizzata in seguito ad un appalto legato a corruzione. Vucic ha quindi cambiato il governo, ma i colpevoli non sono stati trovati”. Allora, aggiunge, “gli studenti insistono che bisogna cambiare la classe politica. I nazionalisti di Sns, il partito del presidente, governano dal 2014″.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Diocesi