Diocesi: Milano, Bilancio di missione. Mons. Delpini, “aumento offerte manifesta senso di appartenenza e fiducia”

(Foto chiesadimilano.it)

“Mio papà era un ragioniere. Ma non era solo un ragioniere. Era padre di sei figli. Era marito di mia madre. Aveva il suo modesto stipendio. Teneva in ordine la contabilità dell’azienda. Teneva in ordine la contabilità di famiglia e con la moglie risparmiava e risparmiava, lavorava e lavorava. A che è servito tanto lavoro e tanto risparmio? Papà e mamma hanno investito tutto quello di cui disponevano per i figli, per far studiare i figli. Si sono laureati tutti. Con questo spirito leggo il Bilancio di missione della diocesi”. Con una nota autobiografica mons. Mario Delpini, arcivescovo di Milano, introduce la lettura del Bilancio di missione della Chiesa ambrosiana, che è stato presentato questa mattina nella sala convegni della curia. La pubblicazione, giunta alla terza edizione, ha lo scopo – è stato spiegato – di “rendicontare in modo trasparente le attività svolte, le ricadute in ambito pastorale e sociale e le principali implicazioni economiche delle attività svolte dalla Chiesa ambrosiana, nelle sue varie articolazioni”. Alla presentazione sono intervenuti Antonio Antidormi, economo della diocesi, mons. Bruno Marinoni, vicario episcopale per gli Affari economici, don Fabio Landi, responsabile del Servizio per la pastorale scolastica, e mons. Delpini.
“Quello che più mi ha colpito – ha affermato Delpini – è stato l’incremento di offerte spicciole da parte della gente, che manifesta un senso di appartenenza, un senso di responsabilità e una fiducia. In questo senso, realizzare un Bilancio come questo convince ancora di più le persone a dire che quello che si raccoglie è usato bene”. “A livello italiano – ha proseguito l’arcivescovo – sappiamo che c’è una diminuzione delle firme in favore della Chiesa cattolica per l’8×1000. Il fatto che lo Stato stesso si sia inserito nella serie di possibili destinatari forse spiega questa diminuzione ed è una decisione un po’ singolare, forse anche non del tutto giusta, perché queste risorse dovrebbero essere destinate ad attività diverse da quelle proprie dello Stato. Il fatto però che aumentino le offerte per la propria parrocchia, almeno nella nostra diocesi, e diminuiscano le firme per 8×1000 forse indica che il coinvolgimento delle persone è più efficace quando uno fa parte di una comunità, ne vede personalmente le necessità, ne vede le opere, anche se ovviamente sappiamo che le stesse risorse dell’8×1000 in gran parte vengono restituite alle diocesi”.

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