Pietà Popolare: mons. Pennisi (Confraternite Diocesi Italia), “raccordare devozione popolare con la Parola di Dio e con la liturgia”

“Quest’anno giubilare rappresenta un’occasione straordinaria per riscoprire le radici della nostra fede e della nostra speranza, per incrementare la nostra carità e rinnovare il nostro impegno confraternale”. È quanto afferma mons. Michele Pennisi, arcivescovo emerito di Monreale, e Assistente della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia, in un messaggio diffuso alla vigilia della Settimana Santa. Nel testo, mons. Pennisi, ricordando che moltissime confraternite hanno posto al centro del loro carisma e della vita associativa la contemplazione delle ultime ore della vita di Gesù, ribadisce che “la pietà popolare ha bisogno di essere di continuo evangelizzata, affinché la fede che esprime, divenga un atto sempre più maturo e autentico”. Questo atteggiamento mette al riparo dai rischi di “scadimento in puro spettacolo per turisti”, che corrono “alcune manifestazioni della religiosità popolare tenute in vita esteriormente solo per ricavarne un interesse economico. C è’ anche il rischio – aggiunge l’arcivescovo – che alcune processioni siano rese strumenti di ostentazione di potere, di acquisizione di consenso sociale e di onorabilità ecclesiale e possono degenerare in forme superstiziose o sincretiste. Per i fedeli cristiani c’è il rischio di separare il momento cultuale dagli impegni della vita cristiana, la liturgia del tempio e la celebrazione in strada”. Per evitare questi rischi, per mons. Pennisi, “è importante superare la frattura fra una devozione ridotta a spettacolo e la testimonianza di fede nella vita di ogni giorno, vissuta all’interno della comunità cristiana”. Quindi, per ridare “vigore spirituale e solido fondamento” alla devozione popolare, “occorre raccordarla meglio con la Parola di Dio e con la liturgia che è il culto pubblico della chiesa, mentre le devozioni sono sempre di natura privata. Molte espressioni della pietà popolare che nella Settimana Santa hanno come oggetto la passione di Cristo devono essere coordinate, senza mai oscurarle, con le celebrazioni liturgiche della cena del Signore e della memoria della sua morte. Nelle processioni della Settimana Santa i membri delle confraternite non vogliono commemorare un morto, ma professare la propria fede in Gesù Cristo morto una volta ma risorto per sempre”.

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