In una conferenza stampa di oltre un’ora per sintetizzare i lavori dell’assemblea plenaria di primavera della Conferenza episcopale tedesca, terminata oggi nel monastero di Steinfeld (Aquisgrana), il presidente Georg Bätzing è ripartito dalle elezioni federali del febbraio scorso: “La maggioranza degli elettori vuole un rafforzamento del centro democratico”, ha affermato il presidente, auspicando che “venga rapidamente formato un governo stabile in grado di affrontare i problemi”. L’alta affluenza alle urne è stata un segnale che le persone sono preoccupate, e la domanda che si sono posti i vescovi è: “Come possiamo, dalla nostra prospettiva, dare impulsi, come dialogare con i partiti politici democratici e accompagnarli alla luce della nostra prospettiva valoriale?”. Un anno dopo la dichiarazione dei vescovi “Nazionalismo etnico e cristianesimo sono incompatibili”, Bätzing ne ha sottolineato l’attualità. Ne deriva la “distanza dal partito AfD e dalla sua ideologia che inganna, ma la disponibilità al dialogo con le persone, nella consapevolezza che ciò che ha spinto gli elettori a scegliere in un certo modo sono ragioni di scontentezza con le soluzioni adottate dal governo precedente”. Quindi occorre discutere con le persone dei problemi e “incoraggiare alla collaborazione e alla partecipazione”. Il secondo tema ripreso da Bätzing in conferenza stampa è stato quello delle migrazioni: dignità umana delle persone e sicurezza del Paese sono i due elementi che devono essere tenuti in equilibrio. Centrale la questione dell’integrazione, e le mancanze che ci sono vanno risolte. “È chiaro che il nostro Paese e la nostra economia hanno bisogno di immigrazione”, ha evidenziato, ma è chiaro che “l’immigrazione e l’integrazione hanno bisogno di risposte comuni a livello di Ue”. E parlando del rimpatrio dei rifugiati nei loro Paesi di origine, “è scelta responsabile solo quando essi possono viverci in sicurezza e dignità”: molto critico Bätzing con l’amministrazione americana che ha deciso una drastica riduzione degli aiuti internazionali alle aree di crisi.