L’Azione Cattolica dell’Alta Austria (KaÖ) ha duramente criticato il ripristino delle scuole speciali in Alta Austria. Il vicepresidente della KaÖ, Thomas Immervoll, ha dichiarato, in un comunicato in occasione dell’odierna Giornata internazionale delle persone con disabilità, che si tratta di un “evidente errore di sviluppo”. “Le scuole speciali rappresentano un passo indietro nella politica educativa perché, come suggerisce il nome, segregano bambini e ragazzi invece di includerli nella società”, ha affermato Immervoll. Invece di costruire scuole speciali, le risorse finanziarie dovrebbero essere meglio destinate all’ampliamento degli orari per l’istruzione inclusiva. Sono previste due nuove scuole speciali in Alta Austria, una nel distretto di Perg e l’altra a sud di Linz, con inizio previsto per l’anno scolastico 2029/30: la giustificazione fornita è il previsto aumento del fabbisogno di posti per l’istruzione speciale e il desiderio dei genitori di tenere i propri figli fuori dalle scuole tradizionali. La KaÖ fa sua la critica che ciò significherebbe abbandonare il sistema scolastico comune, minando l’impegno dell’Austria per un’istruzione inclusiva ai sensi della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità: “Se un’inclusione di alta qualità nelle scuole non è ancora sufficientemente consolidata, ciò non deve portare a ulteriori tagli in un settore già sottofinanziato”, afferma Immervoll, esperto del Dipartimento di Scienze sociali dell’Università St. Pölten. Il comunicato stampa afferma che eliminando i programmi di sostegno, la società rischia di emarginare ulteriormente le persone con disabilità invece di consentire la loro piena partecipazione alla vita sociale, culturale e politica. Immervoll ha chiesto “la piena attuazione della Convenzione sui diritti delle persone con disabilità”. Le persone con disabilità dovrebbero essere “al centro della società, non ai margini”, il che vale sia per la scuola che per la vita lavorativa, e anche per la vita all’interno della Chiesa. Per quanto riguarda il diritto di ogni persona alla partecipazione e a una vita dignitosa, molto è già stato fatto, “ma c’è ancora molta strada da fare”, soprattutto perché l’inclusione già raggiunta è sempre più messa a dura prova in tempi di misure di austerità.