“L’innovazione tecnologica è un dono grande che Dio ha messo nelle mani dell’uomo, ma perché resti veramente un dono deve essere orientata al bene comune, alla dignità della persona e alla custodia del creato. Non basta che una tecnologia sia possibile: deve essere anche moralmente buona. L’intelligenza artificiale, la robotica, le biotecnologie ci pongono di fronte a domande radicali: chi è l’uomo? Qual è il suo destino? Solo un’innovazione che mantiene al centro la persona, la famiglia e la fraternità sarà davvero progresso. Altrimenti rischiamo di costruire un mondo più efficiente ma meno umano”. Lo ha affermato il card. Angelo Bagnasco, arcivescovo emerito di Genova e già presidente della Cei, ricevendo l’Innovation Institutional Award 2025 nel corso della cerimonia di consegna del Premio Angi 2025, giunto quest’anno alla VIII edizione.
Il presidente Angi, Gabriele Ferrieri, consegnando il premio al porporato, ha sottolineato che “oggi abbiamo voluto riconoscere non solo chi innova con la tecnologia, ma chi innova con il cuore e con i valori. Il messaggio del card. Bagnasco è il faro di questa edizione: possiamo essere il Paese più avanzato tecnologicamente solo se saremo il Paese più umano. Grazie Eminenza per aver accettato questo riconoscimento e per averci ricordato che l’innovazione senza etica è solo potenza, con l’etica diventa speranza”. Al panel è intervenuto anche Benedetto Delle Site, presidente nazionale di Ucid Giovani, che ha rilanciato: “Le imprese di ispirazione cristiana sono chiamate a dimostrare che profitto e responsabilità sociale possono e devono camminare insieme. L’innovazione etica non è un costo, è la condizione per un sviluppo sostenibile e duraturo”.