Natale 2025: mons. Carlassare (Bentiu), “il Sud Sudan, terra giovane e ferita, è una parabola vivente della nascita del figlio di Dio”

(Foto Christian Carlassare)

“Il Sud Sudan, terra giovane e ferita, è una parabola vivente del Natale. Là dove la violenza, la povertà e le divisioni sembrano soffocare la speranza, la nascita del figlio di Dio continua a rivelarsi come il segno più radicale della prossimità di Dio. Dio sceglie di venire nel mondo dove l’umanità geme e attende. Dio sceglie la via della povertà per rivelarci la vera ricchezza”. Lo afferma nel suo messaggio natalizio monsignor Christian Carlassare, missionario comboniano e vescovo di Bentiu in Sud Sudan, che ripercorre i suoi vent’anni accanto al popolo sudsudanese, segnati da speranze, conflitti e resilienza. Dalla gioia per l’accordo di pace del 2005 e l’indipendenza del 2011 alla ferita di una guerra interna che ha lacerato il tessuto sociale, il vescovo testimonia come “la speranza non sia mai un’illusione, ma un seme ostinato capace di germogliare anche nella terra inaridita”. Richiamando la profezia missionaria di Daniele Comboni e l’opzione preferenziale per i poveri, monsignor Carlassare sottolinea che “l’amore per i poveri non è beneficenza, ma partecipazione reale all’amore stesso di Cristo”. I poveri, afferma, non sono destinatari passivi di aiuto, ma “soggetti attivi, primi evangelizzatori”, davanti ai quali la Chiesa è chiamata a togliersi i sandali. Il Sud Sudan, “terra giovane e ferita”, diventa così icona del mistero di Betlemme: “Dio sceglie di venire dove l’umanità geme e attende, facendosi povero per rivelare la vera ricchezza del suo amore”. Una Chiesa povera e con i poveri, conclude il vescovo, è l’unica capace di generare fraternità e futuro: “Natale riaccenda in noi il coraggio di sognare e di trasformare i sogni in passi concreti”.

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