Nell’attuale contesto geopolitico, con l’affermarsi di nuovi centri di potere, “anche la diplomazia, chiamata, assieme alle altre articolazioni dello Stato, a concorrere, nel nostro Paese, alla salvaguardia del sistema di libertà e democrazia della Repubblica”. Lo ha sottolineato questa mattina il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo alla XVIII Conferenza delle ambasciatrici e degli ambasciatori d’Italia.
Il Capo dello Stato ha passato in rassegna tutti i principali conflitti in essere e le nuove minacce alla società: “Permane l’aggressione russa ai danni dell’Ucraina, con vittime e immani distruzioni, e con l’aberrante intendimento, malgrado gli sforzi negoziali in atto, di infrangere il principio del rifiuto di ridefinire con la forza gli equilibri e i confini in Europa”. “Azione – ha precisato – ritenuta irresponsabile e inammissibile già oltre cinquanta anni addietro alla Conferenza di Helsinki sulla Cooperazione e la Sicurezza nel continente”. “La tragedia di Gaza, con il suo carico di sofferenza civile e il persistente alto rischio di escalation, continua a esporre il Medio Oriente a nuove lacerazioni”, ha osservato Mattarella, per il quale “il raggiungimento del cessate-il-fuoco, per quanto fragile, richiede il fermo sostegno di tutta la Comunità internazionale”. “Nel Sahel e nel Corno d’Africa le instabilità politiche e i conflitti settari si sommano alle crisi ambientali, alla povertà estrema, alle migrazioni forzate”, ha proseguito notando poi che “nelle zone più sensibili dell’Asia orientale la competizione tra potenze si traduce in un incremento delle frizioni e, talvolta, in un incremento di una pericolosa retorica bellicista”. Inoltre, “tensioni si vanno accentuando anche in America Latina e nei Caraibi, da ultimo con il riaffacciarsi di una sorta di riedizione della cosiddetta ‘dottrina’ di James Monroe, la cui presidenza si è conclusa esattamente due secoli fa”. “Ovunque, le conseguenze di fenomeni globali, dal cambiamento climatico alle disuguaglianze economiche, alle crisi energetiche, si sommano al riaffiorare di radicalismi ed estremismi che rendono, talvolta, difficili le pacifiche convivenze negli stessi Stati e fra gli Stati”, ha continuato il presidente: “Una condizione che viene alimentata da flussi informativi manipolativi che, nell’ambito di conflitti ibridi condotti con vari strumenti ostili, congiungono fronte interno e fronte esterno”. Ci sono poi “pericolose attività di disinformazione” che “tendono ad accreditare una presunta vulnerabilità delle opinioni pubbliche dei Paesi democratici”. E “cercano di affermarsi inediti ma opachi centri di potere – di fatto sottratti alla capacità normativa e giurisdizionale degli Stati sovrani e degli organismi sovranazionali. Centri di potere dotati di vaste capacità di influenza sui cittadini e, con esse, sulle scelte politiche, tanto sul piano interno ai singoli Stati quanto su quello internazionale”.