“La Chiesa, in questo anno Giubilare, ci ha suggerito di essere “pellegrini di speranza”. I primi, nei Vangeli, “sono stati i Magi; ma anche voi, insegnanti di religione in Calabria, siete pellegrini di speranza. Pellegrini, cioè persone che non smettono di camminare, di cercare, di studiare, di confrontarsi; di speranza, cioè capaci di credere che, anche dentro le contraddizioni della scuola, il Vangelo può ancora accendere desideri, inventare vie nuove, guarire ferite”. Lo ha detto agli insegnanti di religione della Calabria l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, mons. Alberto Torriani, riuniti presso il santuario Cuore Immacolato di Maria rifugio delle Anime a Paravati (Vv). “Non sarete ricordati principalmente per le verifiche o i voti, ma – ha detto il presule, delegato per la pastorale scolastica della Conferenza Episcopale Calabra – per le strade nuove che avrete suggerito con la vostra presenza: un ragazzo che ha osato sognare un futuro diverso, una ragazza che ha scoperto il gusto del Vangelo, un collega che ha ritrovato un po’ di fiducia nella scuola, un ambiente scolastico in cui, pian piano, si parla con più rispetto. Il pellegrinaggio educativo non ha un momento conclusivo in cui possiamo dire: ‘Ho finito’ ma, come i Magi, possiamo dire: è possibile partire, è possibile arrivare, è possibile ritornare in modo nuovo”. Parlando dei doni portati a Gesù dai Magi mons. Torriani ha detto che essi suggeriscono “tre atteggiamenti educativi. L’oro richiama la custodia della dignità di ogni persona: riconoscere che nessun ragazzo è solo un ‘problema’, che nessun collega è riducibile al ruolo che svolge; è l’oro della stima, della benevolenza di fondo. L’incenso richiama l’ascolto e il silenzio: portare Dio a scuola non significa riempire gli spazi di parole religiose, ma trasformare il nostro modo di ascoltare, assumere uno sguardo orante, portare le persone nella preghiera, davanti al Signore. La mirra richiama la cura della sofferenza: essere disponibili a stare vicino alle ferite, senza fare i salvatori ma senza scappare. In una regione dove tante famiglie vivono fatiche pesanti, la presenza di un adulto che non fugge dal dolore, ma lo abita con fede, è già Vangelo”. Se gli insegnanti come i Magi sono “pellegrini non smetteranno di camminare, cercare, desiderare, accendere desideri e guarire ferite. Anche loro come i Magi ‘per un’altra strada fecero ritorno al paese’ e ritornarono ma in un altro modo: con il cuore cambiato”. Per l’insegnante di religione “l’altra strada”, ha spiegato mons. Torriani, è “un cambiamento di stile: non è chi deve finire il programma ma chi sa incontrare volti unici e irripetibili”.