(Strasburgo) “È tempo di moltiplicare gli sforzi e l’azione per la pace e per la speranza”: così si è espresso l’eurodeputato Marco Tarquinio aprendo a Strasburgo la conferenza che ha consentito di presentare le sette proposte per la pace avanzate dalle Acli, al termine della Carovana che ha attraversato l’Italia per cento giorni. “È un tempo segnato da prepotenza e violenza, mentre il vostro è un segno di coraggio e di lungimiranza. La politica oggi sembra sottomessa alle logiche della guerra”, ha dichiarato Tarquinio, anche in relazione ai temi nell’agenda del Parlamento Ue.

(Foto FB Tarquinio)
Ha quindi affrontato, con taglio storico, le origini della Comunità, nata per riportare la pace nel continente, citando Spinelli e gli altri autori del Manifesto di Ventotene, quindi De Gasperi, Adenauer e Schuman, “i quali operarono proprio con l’obiettivo della pace”. Tarquinio, che ha diretto per diversi anni il quotidiano “Avvenire”, ha svolto poi una disamina delle guerre in atto, in Europa, in Medio Oriente e negli altri continenti, ricordando le “milioni di vittime innocenti” delle armi, ma anche le vittime “dei deserti, del mare”, con riferimento alle migrazioni in corso verso l’Europa. “Anche questa – ha scandito – è guerra”. Prima di passare la parola ad altri interventi, Tarquinio ha lodato l’azione delle Acli per la pace, toccando i temi del lavoro, per poi concludere: “È necessario seminare amore, non odio”.

(Foto Acli)
Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento europeo, e incaricata del dialogo interreligioso e dell’art. 17 del Trattato, ha ringraziato le Acli “per questo percorso di informazione e di consapevolezza che avete svolto sul tema della pace”. Pina Picierno ha invece ricordato come la Carovana abbia fatto tappa proprio a Strasburgo, un tempo città contesa tra Germania e Francia e ora simbolo della riconciliazione in Europa. Tra gli interventi anche quello di Maurizio Molinari, capo dell’Ufficio di Milano del Parlamento europeo, che ha affermato: “È giusto parlare e agire per la pace. Non significa resa al più forte, ma piuttosto è costruzione di un futuro in cui la guerra non potrà più ripetersi”.