“Lungo un’epoca in cui la convivenza può sembrare un sogno lontano, il popolo del Libano, pur abbracciando religioni diverse, rappresenta un potente esempio: paura, sfiducia e pregiudizio non hanno qui l’ultima parola, mentre l’unità, la riconciliazione e la pace sono sempre possibili”. Ne è convinto il Papa, che da Piazza dei Martiri ai Beirut, nel suo discorso in inglese per l’incontro ecumenico e interreligioso, ha affidato al Paesi dei cedri “una missione che rimane immutata nella storia di questa amata terra: testimoniare la verità duratura che cristiani, musulmani, drusi e innumerevoli altri possono vivere insieme, costruendo un paese unito dal rispetto e dal dialogo”. Sessant’anni fa, con la promulgazione della Dichiarazione Nostra Aetate, il Concilio Vaticano II “aprì un nuovo orizzonte per l’incontro e il rispetto reciproco tra cattolici e persone di diverse religioni, sottolineando che il vero dialogo e la collaborazione hanno radici nell’amore, unica base per la pace, la giustizia e la riconciliazione”, ha ricordato Leone: “Questo dialogo, ispirato dall’amore divino, abbraccia tutte le persone di buona volontà, e respinge pregiudizi, discriminazioni, persecuzioni affermando l’uguale dignità di ogni essere umano”.