Papa in Libano: ai giovani, “costruite un mondo migliore di quello che avete trovato”

La carità “non è un ideale, ma una storia rivelata nella vita di Gesù e dei santi, che sono nostri compagni tra le prove della vita”. Lo ha spiegato il Papa ai giovani libanesi, incontrati nel piazzale antistante del patriarcato di Antiochia dei Maroniti a Bkerké. “Guardate in particolare a tanti giovani che, come voi, non si sono lasciati scoraggiare dalle ingiustizie e dalle contro-testimonianze ricevute, anche nella Chiesa, ma hanno provato a tracciare nuove strade, alla ricerca del Regno di Dio e della sua giustizia”, l’invito di Leone: “Con la forza che ricevete da Cristo, costruite un mondo migliore di quello che avete trovato!”. “Voi giovani siete più diretti nel cucire relazioni con gli altri, anche diversi per background culturale e religioso”, il ritratto di Leone: “Il vero rinnovamento, che un cuore giovane desidera, comincia dai gesti quotidiani: dall’accoglienza del vicino e del lontano, dalla mano tesa all’amico e al profugo, dal difficile ma doveroso perdono del nemico”. “Guardiamo a quanti esempi stupendi ci hanno lasciato i santi!”, ha esclamato ancora il  Papa: “Pensiamo a Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, due giovani che sono stati canonizzati in quest’Anno santo del Giubileo. Guardiamo ai tanti santi libanesi”. Tra di loro, Leone ha citato San Charbel, “divenuto uno dei simboli del Libano nel mondo”, sulla cui tomba ha pregato questa mattina: “I suoi occhi sono raffigurati sempre chiusi, come per trattenere un mistero infinitamente più grande. Attraverso gli occhi di San Charbel, chiusi per vedere meglio Dio, noi continuiamo a cogliere con più chiarore la luce di Dio”. “In un mondo di distrazioni e vanità, ogni giorno abbiate un tempo per chiudere gli occhi e per guardare solo Dio”, la consegna per il popolo giovane del Libano: “Egli, se a volte sembra essere silenzioso o assente, si rivela a chi lo cerca nel silenzio”.

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