“Un episodio che deve farci riflettere sull’importanza di tutelare operatori e volontari impegnati nel soccorso, al pari di infermieri, medici e personale attivi nei presidi sanitari, da casi di violenza. Non è accettabile che chi aiuta sia vittima di aggressioni”. Così Rosario Valastro, presidente della Croce Rossa italiana, ha commentato l’aggressione alle due operatrici del Comitato di Teramo della Cri, avvenuta nella notte tra sabato e domenica al termine di un servizio di emergenza sanitaria con il quale hanno prestato soccorso ad una ragazza di 25 anni in evidente stato di alterazione psicofisica. Al termine del trasporto, appena l’ambulanza si è fermata, la giovane donna le ha aggredite.
“Quella della violenza agli operatori sanitari è, purtroppo, una ferita aperta che è necessario sanare per il bene di chi soccorre ma anche di chi viene soccorso: aggredire un operatore in servizio significa compromettere l’operato e, in alcuni casi, impedirne l’efficacia”, ha proseguito Valastro, che ha espresso “alle operatrici del Comitato di Teramo della Cti la mia più sincera vicinanza e quella della Croce Rossa italiana tutta” oltre al “ringraziamento al Comitato regionale Abruzzo della Cri che sta attivando gli psicologi del Sep per fornire supporto alle operatrici coinvolte in questo triste episodio”.
Stando ai dati di una indagine di Amsi (Associazione Medici di origine straniera in Italia), Umem (Unione medica euromediterranea) e Movimento internazionale Uniti per unire che la Croce Rossa ha rilanciato nell’occasione, nel 2024 sono state 25.940 le aggressioni totali verificate tra sanità pubblica e privata, con un aumento preoccupante. Se nel 2023 le aggressioni erano state 18mila nella sanità pubblica, solo in quest’ultima si era registra nel 2024 un aumento di ben 5.940 aggressioni (+33%). Una crescita purtroppo in linea con il trend europeo (+32%) e mondiale (+39%), nota la Croce Rossa.