Ebrei: targa in memoria di Stefano Gay Taché vandalizzata a Roma e scritte sulla Sinagoga di Monteverde. Di Segni (Ucei), “gesto vile che colpisce non solo la comunità ebraica ma l’intero Paese”

Roma, scritte sul muro della Sinagoga di Monteverde (Foto Ucei)

(Foto Ucei)

“Le scritte comparse sulla targa in memoria di Stefano Gay Taché – bambino italiano vittima del terrorismo antisemita – e sul muro esterno della Sinagoga di Monteverde rappresentano un gesto vile che colpisce non solo la comunità ebraica ma l’intero Paese”. Lo afferma la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiana (Ucei) Noemi Di Segni in una nota di denuncia a seguito della vandalizzazione della targa posta in commemorazione del piccolo Stefano Michael Gaj Tachéz ucciso a soli due anni nell’attacco terroristico palestinese del 1982 di fronte al Tempio Maggiore di Roma. “È un atto che ci sconvolge profondamente, e che dovrebbe scuotere la coscienza di tutti gli italiani, perché mette in luce ancora una volta la presenza di frange che non esitano a profanare la memoria, la storia e i valori fondamentali della nostra democrazia senza rispettare nemmeno i luoghi di culto”, scrive la Di Segni. “I diritti e le libertà tutelati dalla Costituzione non possono essere piegati, offesi o intimiditi da chi tenta di seminare paura e divisione. Se il decoro materiale della targa potrà essere ripristinato con una semplice pulizia, il decoro morale e la coerenza della memoria del piccolo Taché potranno essere pienamente ristabiliti solo ponendo fine a ogni forma di tolleranza verso atti che strumentalizzano conflitti, vittime e memoria, e assicurando che nessuna copertura o ambiguità – da parte di gruppi organizzati, realtà politiche o rappresentanti a qualsiasi livello – possa più favorire chi alimenta violenza e destabilizza la democrazia in Italia”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun, che in una dichiarazione video parla di “clima intimidatorio”. E aggiunge: “L’antisemitismo è diventato uno strumento di contestazione politico il più abietto possibile. Confidiamo nelle forze dell’ordine e chiediamo un intervento forte del governo per fermare questa spirale di odio”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori